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RECENSIONE "HAPPY (HIPPY) FAMILY" DI STEFANIA NASCIMBENI

venerdì 28 febbraio 2020


“Devi volerti bene, bambina mia. Devi imparare a farlo.”

Vi è mai capitato di leggere un libro del quale vi siete sentiti, a tratti, i protagonisti e dove più volte vi siete fermati e vi siete chiesti “Ma cos’è? La mia storia?”
Questo è quello che è successo a me con il libro “Happy (hippy) Family” di Stefania Nascimbeni edito Morellini Editore, che non ringrazierò mai abbastanza per avermi scritto in una fredda e uggiosa mattina di inizio febbraio.
Una scrittura delicata, composta ed intima, che è riuscita a ricucire quegli angoli del mio cuore che nel corso degli anni si erano un po' sfilacciati.
Pagina dopo pagina ho ripercorso il mio passato, e mi ha fatto bene.
Stefania tratta argomenti spigolosi, dolorosi e complessi.
In questo libro si parla di un matrimonio finito (e della sensazione di fallimento che ti si incolla addosso, manco fosse Bostik!), di relazioni “malate” con persone sbagliate, di interruzioni spontanee di gravidanza, del dimagrimento incontrollato e della precarietà del lavoro lasciando spazio anche all'incontro con il vero amore.
Eh già perché

“L’amore vero esiste, c’è gente che si sceglie, rischia, ama.”

Stefania in questo libro si è spogliata di tutte le sue insicurezze ed è riuscita, utilizzando un linguaggio confidenziale e famigliare, ad insegnarci che una volta toccato il fondo, si può anche risalire. Perché le donne possiedono una forza che le contraddistingue, da sempre. Ci spiega che non esistono madri perfette, ma che esistono madri che cercano sempre di fare la cosa giusta, quella che rende felici.

“Le buone letture sono meglio di un’ora di spa per distendermi le rughe."

Hai proprio ragione cara Stefania, il tuo libro mi ha coccolata come nemmeno un’ora di bagno turco sarebbe stata in grado di fare. Ora, se mi abbia anche disteso le rughe (… rughe? Io?), non saprei, ma di sicuro mi ha fatto ridere e Sara Rattaro lo aveva fatto intendere nella prefazione
“Happy (hippy) Family è un viaggio...” e mi fermo qui, se siete curiosi di saperne di più correte in libreria.

Grazie Stefania, di cuore, per avermi regalato l’emozione di leggere la tua vita.

RECENSIONE "QUATTRO BRAVI RAGAZZI" DI LELLO GURRADO

lunedì 24 febbraio 2020




“Vede, commissario, il bullismo è un fenomeno aberrante, molto, molto pericoloso. Sa perché è pericoloso? Perché è a rischio contagio, come una malattia infettiva.

I protagonisti di questo libro sono quattro bravi ragazzi, almeno in apparenza.
Sono Luca, Marco, Ivan e Gianni, diciassettenni che vivono la loro età con spensieratezza, comportandosi però, all’occorrenza, come dei veri e propri bulli.
Il loro atteggiamento spinge Sofia, la ragazzina più bella della scuola, al suicidio.
Sofia non ha retto alle cattiverie che sono state inventate sul suo conto e che sono state riversate sul web senza pietà.
Ma la morte di Sofia non sarà l’unica morte in grado di scuotere gli animi.
Perché uno dopo l’altro sarà il turno di Luca, Marco e Ivan.
Gianni, a questo punto deve essere difeso e protetto perché potrebbe essere la vittima successiva.
Ad indagare sul caso è il commissario Michele Amoruso, soprannominato “Il Cerbero”. Testardo, impulsivo, autoritario ed autolesionista (è solito darsi morsi o pugni) quando le cose nelle indagini non vanno come lui vorrebbe. Un personaggio che può apparire antipatico ma con il quale ho sviluppato una forte empatia.
“Quattro bravi ragazzi” è un libro che affronta una tematica attuale e piuttosto articolata quale il bullismo. Ne si sente parlare spesso ed i social sono diventati l’eco di questo fenomeno.
Un libro che dovrebbe essere letto e condiviso dai ragazzi e dai genitori; perché a volte i cosiddetti “bravi ragazzi” che si atteggiano a bulli, nascondono violenze o disagi invisibili ed incomprensibili agli esterni.



“Vogliamo informare la società dell’esistenza di questo fenomeno, le persone devono sapere che esiste e che purtroppo dilaga, devono capire cosa fare per combatterlo.”

Ringrazio la casa editrice Baldini+Castoldi per avermi inviato la copia cartacea


RECENSIONE "PERCHE' IL BAMBINO CUOCE NELLA POLENTA" DI AGLAJA VETERANYI

mercoledì 19 febbraio 2020


"Non possiamo affezionarci a niente"

Ce lo racconta la protagonista di questo libro, figlia di artisti circensi, abituata (se così si può dire) ai continui spostamenti dovuti al lavoro dei genitori.
Dalla roulotte agli alberghi di lusso, tutto è forzatamente "casa", ma tutto è anche terribilmente evanescente.
La vera "casa" è quella, lontana, lasciata di corsa e di nascosto, che si può solo ricordare, grazie soprattutto al profumo di quello che cucina la madre.
È la storia di una bambina costretta a crescere troppo in fretta, a fronteggiare un padre talvolta violento, con una spiccata preferenza nei confronti della sorella ed una passione per il vino, e la paura di perdere la madre ad ogni spettacolo, quando, appesa per i capelli, vola leggiadra sopra il pubblico.
Per sconfiggere questa paura la sorella le racconta la storia del bambino che cuoce nella polenta, ma senza l’esito sperato, perché la mente della protagonista è sempre un passo avanti.
Questo è un libro che nasconde al suo interno un significato profondo.
Parla di come i bambini vedono il mondo, di come lo vorrebbero, di quello che sperano e sognano.
Parla delle paure e di come si cerchi di spiegarle ed affrontarle attraverso le storie.
Parla di dipendenze, di ossessioni, di gelosia e anche di amore.
Un libro da leggere, con il suo stile a tratti poetico, con le sue frasi intime e toccanti.

"Se hai paura, prendi in bocca il tuo cuore e sorridi"

Un libro che, una volta chiuso, avrai sicuramente voglia di riaprire, nonostante ti abbia tenuto, per 199 pagine, sospesa in aria, in bilico sopra ad un filo.

Grazie a Keller Editore per avermi permesso di leggerlo e di apprezzarlo.

BENVENUTI A CASA MIA

martedì 18 febbraio 2020


"Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala. L’audacia ha in sé genio, potere, magia. Incomincia adesso.” (J. W. Goethe)

Ed eccomi qui. Seguendo il consiglio di Goethe ho deciso di cominciare. ADESSO.
Perché il coraggio non mi manca e non mi è mai mancato e perché l’idea di un mio spazio personale frullava in testa da troppo tempo.
Questo blog sarà il nostro salotto dove ci incontreremo e dove parleremo di libri e di famiglia. Ed il salotto, si sa, è per antonomasia il luogo più “caldo” della casa, dove sentirsi a proprio agio, rilassati e felici. Dove è bello sedersi, su di una poltrona, davanti al camino, con una bella tazza di tè in mano a chiacchierare in compagnia.
Vi parlerò delle mie letture, scriverò recensioni, vi racconterò chi sono e sarò felice di conoscere le vostre opinioni.
È un’avventura, per me e per voi che deciderete di partire insieme a me.
Vi avviso: quando penserete di conoscermi abbastanza, vi farò venire voglia di scoprire ancora di più!Buon viaggio!

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