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RECENSIONE "CALAMITE. LA DIREZIONE PERFETTA" DI ELPIDIO CECERE

martedì 14 aprile 2020

“L’amore può essere un disturbo micidiale per la vita, è la cosa che fa compiere scelte irrazionali, commettere reati; l’amore è quella cosa che a volte ti salva la vita e che a volte te la distrugge completamente”

 Amore. Una parola che per i tre protagonisti di questo romanzo assume un significato diverso.

Chiara, figlia di Giacomo, farmacista, ed Elisabetta, insegnante di matematica, ha sin da giovanissima le idee chiare su ciò che avrebbe voluto fare da grande: la pediatra.
Una strada che imbocca e percorre con lo spirito di sacrificio che una facoltà di medicina impone.
Al suo fianco le amiche di sempre, Pia e Cristiana, ed il fidanzato Michele, una storia che dura da due anni ma che comincia a stare stretta a Chiara.
Michele è un bravo ragazzo, con grandi sogni e un discreto benessere economico ma non è più in grado di farle tremare il cuore. Michele è il classico ragazzo che noi chiameremmo “inquadrato”, con i piedi per terra e piuttosto orientato al futuro. Non è un ragazzo che si lascia andare.

“Michele era stato per Chiara non l’uomo giusto, bensì l’uomo adatto a conciliare tutto: studio, ambizioni, amore.”

È a questo punto che Chiara incontra Daniele, per caso, in una delle poche serate di svago insieme alle amiche.
Daniele è completamente diverso da Michele, l’opposto. Ha i capelli rasta e gira con una chitarra in spalla. È un ragazzo gioioso, rispettoso, forte sostenitore dell’amore e conscio della bellezza della vita.

Con Daniele, Chiara incomincia un percorso, principalmente dentro sé stessa: si rende conto che a volte le persone stanno insieme per non uscire dalla propria zona di comfort, per abitudine.
Comincia ad accorgersi della routine di un rapporto nella quale si sente ingabbiata, non amata, smarrita, incompresa.
Ed è così che inciampa e cade.

“Sentiva di essere ferro e lui calamita, stare insieme per loro era un fatto naturale”

Per rialzarsi Chiara ha bisogno di tempo; tempo per prendersi cura dell’unica persona alla quale non aveva mai pensato: sé stessa.
Perché per amare è necessario in primis amare sé stessi, rispettarsi e comprendersi.
Dopo, a cascata, può scaturire amore per tutte le altre persone che ci circondano.

In questo romanzo viene descritto l’amore dal punto di vista dei protagonisti: per Michele è sicurezza, per Chiara è equilibrio mentre per Daniele è passione.
Per tutti e tre si rivelerà anche dolore, ma per chi amare non è anche stato doloroso?

La scrittura delicata e leggera di Elpidio Cecere mi ha permesso di gustare e divorare allo stesso tempo le circa 160 pagine.
Ho apprezzato moltissimo le descrizioni di alcuni luoghi di Roma; i cenni storici hanno dato al romanzo una marcia in più.

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