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RECENSIONE "PERCHE' IL BAMBINO CUOCE NELLA POLENTA" DI AGLAJA VETERANYI

mercoledì 19 febbraio 2020


"Non possiamo affezionarci a niente"

Ce lo racconta la protagonista di questo libro, figlia di artisti circensi, abituata (se così si può dire) ai continui spostamenti dovuti al lavoro dei genitori.
Dalla roulotte agli alberghi di lusso, tutto è forzatamente "casa", ma tutto è anche terribilmente evanescente.
La vera "casa" è quella, lontana, lasciata di corsa e di nascosto, che si può solo ricordare, grazie soprattutto al profumo di quello che cucina la madre.
È la storia di una bambina costretta a crescere troppo in fretta, a fronteggiare un padre talvolta violento, con una spiccata preferenza nei confronti della sorella ed una passione per il vino, e la paura di perdere la madre ad ogni spettacolo, quando, appesa per i capelli, vola leggiadra sopra il pubblico.
Per sconfiggere questa paura la sorella le racconta la storia del bambino che cuoce nella polenta, ma senza l’esito sperato, perché la mente della protagonista è sempre un passo avanti.
Questo è un libro che nasconde al suo interno un significato profondo.
Parla di come i bambini vedono il mondo, di come lo vorrebbero, di quello che sperano e sognano.
Parla delle paure e di come si cerchi di spiegarle ed affrontarle attraverso le storie.
Parla di dipendenze, di ossessioni, di gelosia e anche di amore.
Un libro da leggere, con il suo stile a tratti poetico, con le sue frasi intime e toccanti.

"Se hai paura, prendi in bocca il tuo cuore e sorridi"

Un libro che, una volta chiuso, avrai sicuramente voglia di riaprire, nonostante ti abbia tenuto, per 199 pagine, sospesa in aria, in bilico sopra ad un filo.

Grazie a Keller Editore per avermi permesso di leggerlo e di apprezzarlo.

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