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RUBRICA 2MAMME4LIBRI "LA SOLIDARIETA'"

mercoledì 29 aprile 2020


BENVENUTI AL PRIMO APPUNTAMENTO CON LA RUBRICA 2MAMME4LIBRI

Ci sono incontri inaspettati, destinati ad essere ricordati perché portatori di grandi novità.

Questo è quello che è successo a me quando ho conosciuto Ilaria (https://campsite.bio/ilariaticonsigliaunlibro), quasi per gioco, su Instagram.

Entrambe mamme e con la passione per la lettura, lo scorso marzo abbiamo cominciato a pensare a come unire queste due realtà.
Ed ecco che è nata la nostra rubrica: 2mamme4libri
Di cosa parleremo?
Ogni mese vi parleremo di quattro libri, due per adulti e due per bambini/ragazzi, alternando le scelte fra temi specifici e generi letterari.

Per il mese di aprile il tema scelto è quello della 

SOLIDARIETA’

“L’essere solidario o solidale con altri, il condividerne le idee, i propositi e le responsabilità.
In senso più ampio, su un piano etico e sociale, rapporto di fratellanza e di reciproco sostegno che collega i singoli componenti di una collettività nel sentimento appunto di questa loro appartenenza a una società medesima e nella coscienza dei comuni interessi e delle comuni finalità.” (fonte Treccani)

Il momento storico che stiamo vivendo ci ha spinte a presentare e trattare un argomento di interesse comune e attuale, da condividere anche con i nostri figli o nipoti.

I libri che ho scelto e di cui non vedo l’ora di parlarvi sono due libri che parlano di solidarietà e collaborazione, di rapporti umani e anche di sentimenti.

“Cecità” di Jose Saramago edito Giangiacomo Feltrinelli Editore
“E’ il mio compleanno” di Helen Oxenbury edito Pulce Edizioni

Un semaforo rosso.
Auto in coda.
Scatta il verde.
Ma una macchina, la prima della fila, non parte.
Il conducente è improvvisamente diventato cieco.

Un’epidemia inaspettata di cecità, feroce e veloce, che colpisce tutti.
No, non proprio tutti; la moglie di un medico sarà l’unica in grado di vedere con i propri occhi ciò che l’uomo è in grado di fare quando si trova in una situazione di difficoltà.
E ciò che vedrà sarà tremendo.

Si scontrerà con l’egoismo dell’uomo, sempre alla ricerca del soddisfacimento dei propri bisogni a discapito degli altri e con la mancanza di regole di buona condotta e di vita sociale che porterà il lettore ad interrogarsi più volte sulla natura umana.

Una storia che parla dell’uomo e della sua capacità di fare del male e di quanto sia importante la solidarietà reciproca, soprattutto nei momenti di forte difficoltà.

È piuttosto singolare notare che gli episodi di solidarietà sono prevalentemente presenti in gruppi di donne, costrette a subire violenze sessuali, le une pronte a difendere le altre, e che l’autore ha scelto una donna come unica testimone della pandemia. 

Una storia, pubblicata nel 1995, che, letta in questo periodo, spinge il lettore a fare paragoni su quella che è la realtà che stiamo vivendo ora. 
La nostra quarantena sta trascorrendo nelle nostre case, chi da solo, chi con i genitori, chi con la propria famiglia. Nel romanzo invece la quarantena viene trascorsa all’interno di un ex manicomio, in camerate assiepate di gente sconosciuta, dove potete ben immaginare, ma nel libro verrà descritto piuttosto realisticamente, lo stato di disordine e di mancanza di igiene.

“Ormai è chiaro, nessuno potrà salvarsi, la cecità è anche questo, vivere in un mondo dove non ci sia più speranza"

Saramago ha una scrittura molto particolare, che ho incontrato, grazie a questo romanzo, per la prima volta.
Non usa indicazioni temporali o geografiche, i personaggi non hanno un nome proprio, sono “il medico”, “la prostituta”, “la moglie del medico”, c’è una totale assenza di dialoghi e la punteggiatura è composta esclusivamente da virgole o punti.

Ho trovato questa lettura a tratti difficoltosa per via del senso di costrizione che ho provato nell’immaginare le situazioni descritte, ma ammetto che mi ha conquistata anche per la sua durezza.
Un libro che consiglierei a chi non ha paura di affrontare le difficoltà.

Passiamo adesso alla lettura pensata per i più piccoli per la quale ringrazio infinitamente la Pulce Edizioni per aver accettato di collaborare.

In “E’ il mio compleanno” ci troviamo in compagnia di un piccolo bimbo che, nel giorno del suo compleanno, decide di prepararsi in autonomia la torta. 
Si tratta di un’impresa per lui perché per farlo deve recuperare tutti gli ingredienti necessari: uova, farina, burro, latte, sale, zucchero e ciliegie.
Ma può contare sull’aiuto dei suoi amici animali, la gallina, l’orso, il gatto, il maiale, il cane e la scimmia, che dopo lo sforzo fatto, possono sedersi a tavola, tutti insieme, a gustare il frutto della loro fatica.

Un bellissimo albo illustrato per insegnare ai nostri piccoli l’importanza dell’altruismo, della solidarietà e della condivisione. Insieme si affronta meglio qualsiasi prova!

Vi aspetto a fine maggio per il prossimo appuntamento!

RECENSIONE "L'APOSTROFO NEL BICCHIERE" DI CHIARA NATALIE FOCACCI

venerdì 24 aprile 2020


“L’apostrofo nel bicchiere” è una storia che parla di coraggio.
In realtà si parla di molto altro, ma il protagonista principale di questo romanzo è il coraggio.
Il coraggio di ripartire, affrontando la vita ed i suoi dolori.

Frida, fotografa freelance per un giornale, è rimasta sola dopo aver perso il grande amore della sua vita, Federico.

“Ma la vita, si sa, non va mai come ci si immagina che vada”

Il dolore è immenso e riprendersi non è semplice. Per questo Frida è alla ricerca dell’occasione giusta, necessaria per dare una svolta alla sua vita. A fianco a lei troveremo la migliore amica di sempre, Sofia, così diversa da lei, ed i suoi vicini di casa, sempre pronti a cercare di tirare fuori il meglio di lei.

Enrico è un personaggio ibrido, non molto descritto. Di lui sappiamo poco, non parla più con i genitori da tempo a causa degli svariati tradimenti del padre e della passività della madre nell’accettare in silenzio la situazione, ha avuto una brevissima relazione con Philomena, che però è riuscita a fargli molto male ed è un appassionato di libri, per lui sono fondamentali. Quel poco che sappiamo di lui sarà sufficiente per collocarlo nel tempo e nello spazio.

Frida ed Enrico si incontreranno, e da quell’incrocio di sguardi, assolutamente casuale, prenderanno una decisione molto importante, che cambierà le loro vite.

"Perché ogni tanto fa bene essere felici, fa bene congratularsi con sé stessi, fa bene essere gentili."

La scrittura di Chiara è lineare, scorrevole e semplice. Il romanzo nasconde al suo interno svariati temi che lasceranno al lettore ampio spazio di riflessione.
Un romanzo delicato e profondo, nato da una mente fresca e giovane.
Spero di leggerti presto cara Chiara!

“Le cose non sono mai le stesse, cara Frida. Dipende tutto da che punto di vista le guardi. Anche le persone, sai. Dipende quanta luce di quella persona vuoi vedere, e quanta ombra vuoi usare per coprire i suoi segreti e i suoi vizi.”

RECENSIONE "DIARIO (TRAGICOMICO) DI UNA MAMMA" DI ANGELA LANGONE

martedì 21 aprile 2020


Ammetto che il fatto di chiamarmi come la protagonista è stato uno dei primi segnali che mi ha spinto a leggere questo libro e pagina dopo pagina ho trovato molte altre affinità con Francesca.
Una storia d’amore sbocciata alla velocità di un aperitivo, una firma su un bel mutuo trentennale per l’acquisto di una casa e un figlio (ecco, quelli per me sono diventati tre…). Senza contare una migliore amica di nome Mary, così diversa ma così complementare.

“Diario (tragicomico) di una mamma” ripercorre le tappe di una coppia che si trasforma in famiglia e racconta di come e quanto l’arrivo di un figlio possa riempirci di gioia ma allo stesso tempo “scombussolare” gli equilibri.

Grazie ad Angela ho rivissuto le emozioni che ho provato per ben tre volte nel corso dei miei “quasi” 36 anni: la gioia nel vedere le due lineette blu colorarsi sul test di gravidanza, la prima ecografia ed i primi calcetti.
Ma non mi ha ricordato solo le cose belle della gravidanza.
Le mamme (e anche le non mamme) sanno che dopo aver partorito ci si può sentire stanche, spossate; si desidera riposare e non si ha sempre troppa voglia di avere gente in giro per casa.
Aggiungiamoci il fatto che il nostro corpo fatica a ritornare in forma, e ci sentiamo più brutte, sciupate.
Sappiamo di dover tornare al lavoro, l’idea di fare la mamma a tempo pieno, seppure presa in considerazione, è stata presto scartata all’idea di poter in qualche modo perdere l’indipendenza economica e di dover affrontare giornate piene di pannolini, biberon e giochi.
E l’intimità? Beh, neanche a parlarne.
Alcuni dicono siano gli ormoni, altri che sia la famosa depressione post partum… in ogni caso non ce ne dobbiamo vergognare.

“Oggi so che son tutte ansiose le mamme del mondo”

Nel libro si parla di come una storia d’amore può entrare in crisi, di quando le attenzioni sono poche e di come sia difficile trovare il tempo per essere di nuovo “in due”, anche se si sente eccome la mancanza.
Si parla della ricerca della felicità, che possiamo trovare, per primi, dentro di noi.

Penso che il messaggio che questo libro vuole trasmettere, in maniera semplice ed anche piuttosto ironica, è che è necessario avere pazienza.
Quando ci capiterà di desiderare che il tempo passi più velocemente, che i figli crescano e che magari ci lascino un po' più di respiro, fermiamoci.
Godiamoci ogni secondo del nostro tempo insieme a loro sapendo che prima o poi non vorranno più addormentarsi in braccio a noi, non avranno più un pannolino da cambiare e non vorranno più ascoltare le nostre favole. Ed ecco, tutto questo, ci mancherà terribilmente.

“Ho visto le sue ciglia chiudersi lentamente. Ho rinunciato a fargli lavare i dentini e l’ho messo a letto. Per fortuna, ci vorrà ancora tanto tempo prima che sia l’ultima volta.”


RECENSIONE "I MIEI GENITORI NON HANNO FIGLI" DI MARCO MARSULLO

giovedì 16 aprile 2020


Oggi vi parlo di un romanzo che potrebbe tranquillamente essere catalogato fra quelli “autobiografici”.
Marco Marsullo ci porta a casa sua, all’interno di una famiglia che si è “rotta”.

Il protagonista, diciottenne, è figlio di genitori entrambi medici, separati, che, in quanto tali, desidererebbero, per il figlio, un percorso accademico ed un futuro di tutto rispetto. 
Il figlio, per non deludere le loro aspettative, imboccherà la strada dell’università, facoltà di Giurisprudenza, impegnandosi al massimo (per quanto riguarda l’esito… lascio a voi la lettura del libro!).
I genitori però, sembrano non avere fiducia nei confronti del figlio, non lo supportano e non lo valorizzano, anzi, forse fanno esattamente il contrario.

Troviamo una madre sofferente, che non ha ancora superato il dolore della separazione dal marito a causa di “un’altra”. Una donna infelice, sempre alla ricerca di nuove relazioni con uomini sbagliati. Una donna che paragona continuamente i figli dei colleghi di lavoro al suo, costringendolo a sentirsi sempre meno degli altri, mai abbastanza. Una madre che parla con il figlio tramite una chat di Whatsapp, evitando, se possibile, una chiacchierata vis a vis.

Troviamo poi un padre, completamente assorbito dalla sua passione per i cani e la caccia. Un padre che cerca continuamente l’approvazione del figlio, la sua ammirazione. Un padre che non riesce a parlare con il figlio, quasi gli mancasse il coraggio.
“Non per forza le cose dolorose nascondono conseguenze negative.”

Il protagonista, adolescente di gran cuore, prova molta tenerezza per quel padre così solo, così silenzioso, così assente; quel padre che non gli manca e che non sente la necessità di avere vicino.
Allo stesso tempo il suo più grande desiderio è quello di vedere di nuovo felice la madre, ma felice davvero, lontana dalla spasmodica ricerca di un ipotetico Nirvana tramite sedute di yoga e meditazione che contribuiscono solo a svuotarle il portafoglio.

Ammetto che la lettura di questo libro è stata a tratti dolorosa. Da figlia di genitori separati più volte nel corso del romanzo mi sono immedesimata nel protagonista. 
Ho sentito sulla mia pelle le stesse sensazioni: la frustrazione, la solitudine, l’incomprensione. 
Ho provato molta tenerezza per questo giovane, solo alla scoperta del mondo; diviso fra una madre ancora troppo ragazzina ed un padre annegato dalle sue passioni.

Un romanzo che parla di dolore, di abbandono, di quanto sia difficile a volte parlare con i propri genitori, di quante volte siamo costretti a scontrarci, gli uni con gli altri. 
Un libro che andrebbe letto due volte: una, seguendo il punto di vista del protagonista, quindi “da figli”, ed una mettendosi nei panni dei genitori.

Perché...
“Alla fine la felicità sta tutta nell’uscire vivo dalle cose che non ti ammazzano”



RECENSIONE "CALAMITE. LA DIREZIONE PERFETTA" DI ELPIDIO CECERE

martedì 14 aprile 2020

“L’amore può essere un disturbo micidiale per la vita, è la cosa che fa compiere scelte irrazionali, commettere reati; l’amore è quella cosa che a volte ti salva la vita e che a volte te la distrugge completamente”

 Amore. Una parola che per i tre protagonisti di questo romanzo assume un significato diverso.

Chiara, figlia di Giacomo, farmacista, ed Elisabetta, insegnante di matematica, ha sin da giovanissima le idee chiare su ciò che avrebbe voluto fare da grande: la pediatra.
Una strada che imbocca e percorre con lo spirito di sacrificio che una facoltà di medicina impone.
Al suo fianco le amiche di sempre, Pia e Cristiana, ed il fidanzato Michele, una storia che dura da due anni ma che comincia a stare stretta a Chiara.
Michele è un bravo ragazzo, con grandi sogni e un discreto benessere economico ma non è più in grado di farle tremare il cuore. Michele è il classico ragazzo che noi chiameremmo “inquadrato”, con i piedi per terra e piuttosto orientato al futuro. Non è un ragazzo che si lascia andare.

“Michele era stato per Chiara non l’uomo giusto, bensì l’uomo adatto a conciliare tutto: studio, ambizioni, amore.”

È a questo punto che Chiara incontra Daniele, per caso, in una delle poche serate di svago insieme alle amiche.
Daniele è completamente diverso da Michele, l’opposto. Ha i capelli rasta e gira con una chitarra in spalla. È un ragazzo gioioso, rispettoso, forte sostenitore dell’amore e conscio della bellezza della vita.

Con Daniele, Chiara incomincia un percorso, principalmente dentro sé stessa: si rende conto che a volte le persone stanno insieme per non uscire dalla propria zona di comfort, per abitudine.
Comincia ad accorgersi della routine di un rapporto nella quale si sente ingabbiata, non amata, smarrita, incompresa.
Ed è così che inciampa e cade.

“Sentiva di essere ferro e lui calamita, stare insieme per loro era un fatto naturale”

Per rialzarsi Chiara ha bisogno di tempo; tempo per prendersi cura dell’unica persona alla quale non aveva mai pensato: sé stessa.
Perché per amare è necessario in primis amare sé stessi, rispettarsi e comprendersi.
Dopo, a cascata, può scaturire amore per tutte le altre persone che ci circondano.

In questo romanzo viene descritto l’amore dal punto di vista dei protagonisti: per Michele è sicurezza, per Chiara è equilibrio mentre per Daniele è passione.
Per tutti e tre si rivelerà anche dolore, ma per chi amare non è anche stato doloroso?

La scrittura delicata e leggera di Elpidio Cecere mi ha permesso di gustare e divorare allo stesso tempo le circa 160 pagine.
Ho apprezzato moltissimo le descrizioni di alcuni luoghi di Roma; i cenni storici hanno dato al romanzo una marcia in più.

RECENSIONE "DAL SILENZIO UN COLPO D'ALA" DI AGATA MAZZITELLI

martedì 7 aprile 2020



Sono sempre stata una persona curiosa, e questa volta ho superato me stessa.
Sono uscita dalla mia “comfort zone” e ho letto “Dal silenzio un colpo d’ala” di Agata Mazzitelli.
Si tratta di un libro di poesie che ripercorrono determinati momenti di vita della scrittrice e diverse tematiche.

Sono poesie che parlano di amore e della sua forza, della passione, della dolcezza, del piacere di stare insieme, sfiorarsi, camminare insieme.

Ma non solo.

Perché Agata ci parla dell’essere figlia e dell’essere madre. Del rapporto di protezione che si sviluppa fra queste due figure, di quanto siano importanti le mani, nella nostra quotidianità, di quante gioie e dolori si sono condivisi, dell’importanza della figura della madre, colei che le ha insegnato tutto, che l’ha abbracciata, ascoltata, consolata e consigliata. La madre è l’essenza della vita.

Si ripercorre il parto, l’atto di dare la vita, di quanto cambi la vita di una donna che diventa madre (e posso confermare che la vita cambia, eccome…).

Molto spazio viene data alla figura del padre; un padre che non c’è più, un dolore che ancora fa male, non si placa e non accenna a scomparire. Il desiderio forte di poterlo rivivere, ancora una volta, ancora per poco. L’attesa di un qualcuno che non verrà, perché non può tornare.


Poi ci sono i ricordi del lontano passato; un passato che non può tornare ma che non si deve dimenticare.


Mi sono emozionata e l’ho fatto già dalle prime pagine perché la scrittura di Agata è travolgente, intensa, toccante e profonda.

Sono felice di essermi “buttata” nell’avventura di lettura di un libro di poesie; mi sono lasciata “salvare” da ciò che fino ad ora non avevo avuto il coraggio di abbracciare.

Un grazie speciale va alla Casa Editrice Kimerik per la fiducia e per la segnalazione di questo bellissimo libro, preziosa compagnia in questi giorni così duri.




RECENSIONE "JALNA" DI MAZO DE LA ROCHE

venerdì 3 aprile 2020


Mazo De La Roche ci guida attraverso i corridoi ed i boschi di Jalna, meravigliosa tenuta dell’Ontario e residenza della numerosa (e oserei dire “stramba”) famiglia Whiteoak.
A capo della famiglia troviamo la nonna Adeline, 99 anni ed un carattere non sempre gestibile, i figli Ernest e Nicholas ed i nipoti, Meg, Renny, proprietario di Jalna, Eden, Piers, Finch ed il piccolo Wakefield.

Ognuno dei personaggi viene sapientemente descritto, dalla penna dell’autrice, con le sue caratteristiche e le sue particolarità, e sarà impossibile non affezionarsi o provare antipatia per ciascuno di loro.
Quello che “sconvolgerà” la vita a Jalna sarà l’arrivo delle due nuore, Pheasant, figlia illegittima del vicino Maurice, sposa di Piers e Alayne, giovane americana, sposa di Eden. 

Le pagine scorrono veloci, la scrittura di De La Roche è quanto mai attuale se consideriamo che il libro è stato scritto negli anni ’20; i litigi tra fratelli, le gelosie, le improvvise passioni (corrisposte e non) e le fughe tengono l’attenzione del lettore sempre accesa soprattutto grazie all’ironia che ci viene regalata. 
Non fatevi spaventare dalla mole della saga… 16 volumi possono sembrare molti ma una volta conosciuti i Whiteoak e respirata l’atmosfera incantevole della tenuta sarà difficile attendere l’uscita del volume successivo perché tanta sarà la curiosità di saperne sempre di più.

Non resta, quindi, che aspettare l’uscita del secondo volume, prevista inizialmente per aprile ma rimandata a causa dell’emergenza Covid -19.

“Jalna” è stato il protagonista della prima tappa del gruppo di lettura pensato con Valentina, una cara amica di Instagram, e rintracciabile con l’#noifaziamo.
Abbiamo pensato di leggere un libro al mese delle saghe famigliari edite Fazi Editore: “Jalna” di Mazo De La Roche, “I Cazalet” di Elizabeth Jane Howard e “La trilogia del secolo” di Carmen Korn.

Aprile diventerà quindi il mese del primo volume della saga de “I Cazalet”.

#noifaziamo e tu?

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