Slider

RUBRICA 2MAMME4LIBRI "GENERE THRILLER"

mercoledì 27 maggio 2020

Buonasera, 
eccoci arrivati al secondo appuntamento della rubrica #2mamme4libri. 

Per il mese di giugno, io e Ilaria, non abbiamo scelto un tema ma bensì un genere letterario. 
Abbiamo “giocato facile” e da vere appassionate abbiamo optato per i thriller. 

Il libro che ho selezionato per il pubblico adulto è “La casa delle voci” di Donato Carrisi, edito Longanesi. Si tratta dell’ultimo libro dell’autore, uscito nel dicembre scorso, ma per me è stato il primo approccio alla sua scrittura.
Non posso far altro che dire che sono rimasta incredibilmente attratta dalla sua capacità di tenerti incollata alle pagine (non a caso il libro è stato terminato intorno alle 5 del mattino…) e con il fiato sospeso.

Il protagonista è Pietro Gerber, psicologo infantile, specializzato in ipnosi. I suoi pazienti sono i più piccoli, fatti di carne e ossa, ma con una mente che assimila tutto quello che vivono all’interno della famiglia.

“Per un bambino la famiglia è il posto più sicuro della Terra. Oppure, il più pericoloso.”

Nella vita di Pietro però compare Hanna Hall. 
E non si tratta di una bambina, ma bensì di un’adulta, che sconvolgerà non poco le sue giornate.
Hanna ha bisogno di aiuto o vuole aiutare Pietro a fare luce sul suo passato?

La fluidità della scrittura ci conduce, capitolo dopo capitolo, ad un finale che metterà in chiaro tutti i dubbi e le perplessità riscontrati nel corso della lettura.
Perché gli interrogativi sono tanti, così come le volte in cui vi ritroverete con un leggero velo di pelle d’oca sulle braccia…

Un libro che si divora, impossibile da interrompere.

Per quanto riguarda invece il pubblico dei più piccoli sono ritornata alla mia infanzia ed ho scelto “La casa della morte” della collana Piccoli Brividi, edito Mondadori.

Un trasloco nella cittadina di Cascata Tenebrosa che getta un velo di inquietudine nelle vite di Amanda e Josh, due fratelli di dodici e undici anni.
Tende che sventolano nonostante le finestre chiuse, scricchiolii sospetti, ombre sinistre…
Non può essere solo frutto della loro immaginazione come sostengono i loro genitori.
Ma cosa si nasconde all’interno della loro nuova casa? Ed il gruppo di nuovi amici che hanno incontrato cosa nasconde?
Un thriller dedicato ai ragazzi dai 10 anni e che consiglio vivamente a chi è appassionato dei libri che ti lasciano un po' con il fiato sospeso. 

Ci rivediamo a Giugno con il prossimo appuntamento!

RECENSIONE "GLI ANNI INCOMPIUTI" DI FRANCESCO FALCONI

lunedì 25 maggio 2020


"Come sangue nel cielo.
D’improvviso ti fermi.
Nel silenzio.
Distogli lo sguardo dalla finestra, mi stringi la mano. Lasci scivolare l’anello dell’indice su quello dell’anulare. Lo fai sempre quando ti emozioni. Dici poche cose perché è il tuo corpo a parlare per te. Ti lasci contemplare. Come se fosse la prima volta, come se mi volessi dimostrare che sei una meraviglia. Perché ami dipingere e il pennello è la tua voce. Mi ripeti che vuoi creare dipinti stupendi, così come ti ha insegnato il tuo scrittore preferito. La vita imita l’arte più di quanto l’arte non imiti la vita, mi dici. Ma sei tu il mio capolavoro. Così stupenda nelle tue mille contraddizioni."

Quando ho scelto di leggere questo libro non avevo la minima idea di quanto sarebbe stato travolgente ed intenso. 
La storia di Marco e Aurora, raccontata a partire dal loro ottavo compleanno festeggiato il 29 febbraio, una data in comune e piuttosto funesta, ci accompagnerà per oltre quarant’anni della loro vita, attraverso città diverse, eventi dolorosi e non. 
È la storia di un’amicizia profonda, a tratti al limite della morbosità, un rapporto assimilabile ad un rapporto d’amore, se non fosse che Marco è omosessuale.
“Perché essere amico implica la sincerità, sempre e comunque, anche nei momenti più scomodi. Significa dare affinché si possa ricevere. È così che si cresce assieme.”
 
Una condizione che lo porta spesso a pensare di essere “sbagliato”, un po' per compiacere la sua famiglia, un po' retrograda, un po' perché non può volere così bene ad una donna ma essere allo stesso tempo attratto dagli uomini. 
Nel corso della lettura si percepisce la malinconia di Marco, la sua paura di non essere accettato, compreso e capito dalla sua famiglia ma anche dalla società nella quale vive. 

Sia Aurora che Marco cresceranno, in un’evoluzione personale importante, ed è proprio la loro crescita che darà a questo romanzo una marcia in più. 
I temi trattati sono attuali e molto forti, lo stile dell’autore è molto fresco ed il libro si lascia leggere con molta semplicità. 

L’autore è riuscito ad emozionarmi ed a creare anche la giusta suspence che ha condotto ad un finale che ad un certo punto della lettura diventa intuibile, ma che mi ha commosso profondamente. 

Un libro che parla di sentimenti, di emozioni forti, travolgenti ed in alcuni casi necessarie. 

Di seguito un estratto, che ho letto e riletto più volte, e che mi ha permesso di riflettere su diversi aspetti della mia vita.
Grazie Francesco.

“Nella vita c’è sempre un evento che ti costringe a smettere di correre. Rallenti il passo, ti fermi. Ti guardi allora indietro, cerchi di ricordare gli anni passati. Tiri le somme, riassumi gli obiettivi che hai raggiunto, quelli che hai abbandonato e ciò che vuoi ottenere in futuro. I ricordi fanno male, a volte. Ti spingono a riflettere sulle decisioni che hai preso, quando ti sei trovato di fronte a quella porta scorrevole, incerto se entrarci o prendere il treno successivo. Allora ti domandi cosa sarebbe successo se fossi rimasto là immobile, su quella banchina. Sono le piccole scelte quelle che ti cambiano la vita. Ed è proprio la vita, qualche anno più tardi, a riderti in faccia perché ti ha preso in giro.”

RECENSIONE "MADAM C.J. WALKER & LA FORMULA DELLA BELLEZZA"

martedì 19 maggio 2020


"La mamma suddivise la chioma di Sarah in tre parti, una davanti e due dietro, poi partendo dalle radici ne percorse la lunghezza fino alle punte: la bimba amava sentire le dita della mamma tra i capelli e non riusciva a stare ferma. "Non ti muovere, piccola irrequieta" esclamò la donna. La sorella maggiore, Louvenia, era seduta da una parte e si grattava le ciocche appena intrecciate, facendo le boccacce a Sarah finché la mamma non le rivolse un'occhiata severa. "Smettila, Lou. Spazza la veranda se non hai niente di meglio da fare." Sarah Breedlove, la più piccola di cinque fratelli, rappresentava la speranza per il futuro della famiglia."

La prima parola che mi viene in mente, parlando di questo libro, è EMANCIPAZIONE, ovvero “nel linguaggio sociale e politico, il processo attraverso cui un popolo si libera da un sistema oppressivo, o una classe sociale si sottrae a una soggezione, a una situazione subalterna e ottiene il riconoscimento dei propri diritti.” (fonte Treccani). 

Si può nascere in una famiglia di schiavi all’interno di una piantagione di cotone ma, grazie alla tenacia ed all’ambizione, diventare una delle donne più ricche d’America grazie alla commercializzazione di prodotti per la cura dei capelli. 

Questa è la storia di Sarah Breedlove e dei suoi capelli. 
Non è uno scherzo, il fulcro di questo libro sono proprio i capelli. 

La storia di Sarah, quinta di sei figli, non è stata facile sin dall’inizio; in primo luogo per la condizione di schiavi della famiglia ma anche per le svariate vicissitudini nel corso della vita, come la perdita precoce dei genitori, del primo marito ed i maltrattamenti subiti dal cognato. 
Se c’è una certezza è che Sarah, nonostante la tenera età, non si è mai abbattuta ed arresa ed ha costruito un impero con le sue stesse mani. 

L’incontro con Annie, proprietaria di un’azienda di prodotti per la cura dei capelli, sarà forse il più importante della sua vita perché le permetterà, lavorando come venditrice, di focalizzare l’attenzione sull’importanza della cura dei capelli, e le darà la spinta giusta per realizzare il suo progetto: sviluppare e vendere una sua linea di cura per i capelli dedicata alle donne di colore. 

Questa storia, letta tutta d’un fiato, mi ha emozionata perché ho percepito le sensazioni e la felicità che solo la lavorazione ad un progetto personale possono farti provare. 
Il messaggio che trasmette questa lettura è molto importante: qualunque sia la propria estrazione o condizione sociale, il colore della pelle, essere donna o uomo, la forza di volontà e l’ambizione vincono su tutto, permettendo di raggiungere obiettivi insperati. 

Una lettura che consiglio a chi ha bisogno di riscatto personale.

RECENSIONE "LA RAGAZZA DI FRONTE" DI MARGHERITA OGGERO

mercoledì 13 maggio 2020


"Bastare a sé stessi, come i gatti. Sforbiciare, sfrondare, sfoltire. Ancora in pigiama, Marta cerca mentalmente sinonimi adatti con l’esse impura e intanto prepara la tavola per la colazione del mattino. Tovaglietta tazzone lattiera cucchiaini, fette biscottate e marmellata di fragole. A eccezione degli alimenti, ogni oggetto ha la sua storia e rappresenta un impegno: tenere a freno la casualità e imporre ordine e orario ai ricordi.”

I ricordi. Il filo conduttore che ci tiene legati al nostro passato.

“La ragazza di fronte”, vincitore del Premio Bancarella del 2016, è un romanzo che racconta la storia di Marta e Michele, e lo fa partendo proprio dal loro passato, dalla loro infanzia, quando vivevano l’uno di fronte all’altra ed a separarli c’era solo un cortile. 

Michele, dolcemente e segretamente innamorato di quella bambina che aveva sempre il viso sepolto dentro un libro e che guardava sempre dal suo balcone e Marta, confinata sul balcone a leggere, alla perenne ricerca di un sospiro di sollievo dagli scherzi ed i giochi dei fratelli gemelli.
Mai una parola fra loro, solo sguardi.
Gli anni passano ed il destino sceglie di farli incontrare ancora una volta, nuovamente a vivere l’uno di fronte all’altra.

Due personalità molto diverse fra loro; Michele, autista di treni, innamorato del suo lavoro e legato visceralmente al nonno, con il quale è andato a vivere all’età di 8 anni per “sfuggire” alla famiglia e Marta, una solitaria, con il “vizio” di affacciarsi spesso alla finestra per osservare le vite altrui, una sorta di scappatoia dal suo mondo reale.
Lo scorrere degli anni li ha resi a volte più forti altre meno; ci sono state scelte difficili da prendere, dolori da affrontare e coraggio da dimostrare.

Questo romanzo di Margherita Oggero nasconde al suo interno il valore delle seconde opportunità che a volte la vita ci offre. Quando sembra di essere bloccati ad un bivio ecco che la vita ci riporta ad un “punto di partenza”, e da lì ci permette di ripartire, di scrivere un nuovo capitolo della nostra vita.

La scrittura fluida e scorrevole permette di leggere con molta tranquillità e piacere le circa 200 pagine del libro. È sempre molto alta l’attenzione sui protagonisti ed il lettore sarà curioso di sapere quale destino è loro riservato.

Marta e Michele avranno l’opportunità di scrivere il loro capitolo di vita?
Non vi resta che leggerlo e farmi sapere, se vi va, cosa ne pensate.

RECENSIONE "GLI ANNI DELLA LEGGEREZZA" DI ELIZABETH JANE HOWARD (I CAZALET VOL. I)

venerdì 8 maggio 2020

"La giornata cominciò alle sette meno cinque: la sveglia (sua madre gliel'aveva regalata quando era andata a servizio) si mise a suonare e continuò imperterrita finché Phyllis non la ridusse al silenzio. Sul cigolante letto di ferro sopra il suo, Edna gemette e si girò, rannicchiandosi contro la parete; perfino d'estate odiava alzarsi, e d'inverno capitava che Phyllis dovesse strapparle di dosso le lenzuola. Si mise seduta, si sciolse la retina e cominciò a togliersi i bigodini. Quel giorno aveva il pomeriggio libero, si sarebbe lavata i capelli."

"Gli anni della leggerezza" è il primo volume della saga de "I Cazalet", una famiglia borghese inglese degli ultimi anni '30. Un primo volume piuttosto descrittivo dove faremo la conoscenza dei componenti di questa famiglia piuttosto numerosa. 
Troveremo William e Kitty (il Generale e la Duchessa), padroni della residenza di campagna , Home Place, i loro quattro figli Rachel, Hugh, Edward e Rupert, le rispettive nuore Sybil, Villy e Zoe ed i nipoti: Polly, Simon, William, Louise, Teddy, Lydia, Roland, Clary e Neville. 

La lettura non è subito semplice; più volte sono tornata alla prima pagina per chi capire chi fosse il figlio/la moglie/il nipote di chi… troppi personaggi, avevo paura di non comprendere bene il filo del discorso. 
In realtà superato lo scoglio delle prime cento pagine il romanzo prende un'altra forma. 

Lo stile narrativo è piuttosto lento e curato nei dettagli; questo permette di entrare a far parte della quotidianità della famiglia Cazalet pagina dopo pagina.
La struttura dei personaggi li rende molto diversi fra loro; come ogni saga che si rispetti troveremo il più antipatico ed il più simpatico, il personaggio più intraprendente e quello più timido. 
E sarà proprio questo a farci appassionare ed affezionare ad essi.

La decisione della scrittrice di descriverli così nel profondo, con i loro pregi e difetti, è un fortissimo punto a favore. Li vedremo crescere nel corso delle oltre 600 pagine e salirà la voglia di leggere subito il volume successivo. 

E del volume successivo, "Il tempo dell'attesa", vi parlerò a giugno. Come sapete c'è un gruppo di lettura alla scoperta delle saghe famigliari edite Fazi Editore #noifaziamo che ogni mese ci accompagna a far data dallo scorso marzo.
Se avete voglia di dare un'occhiata ai libri già letti vi basterà cercare l'#noifaziamo su Instagram.

RECENSIONE "TU L'HAI DETTO" DI CONNIE PALMEN

lunedì 4 maggio 2020


"Per la maggior parte delle persone esistiamo solo in un libro, la mia sposa e io. Negli ultimi trentacinque anni ho dovuto assistere con impotente ribrezzo a come le nostre vite reali sono state sommerse da un’onda fangosa di racconti apocrifi, false testimonianze, pettegolezzi, invenzioni, leggende; a come le nostre reali, complesse personalità sono state sostituite da stereotipi, ridotte a immagini banali tagliate su misura per un pubblico di lettori affamati di sensazionalismo. E così lei era la fragile santa e io il brutale traditore. Ho taciuto. Fino ad ora.”

Questo è l’incipit del romanzo “Tu l’hai detto” di Connie Palmen, un libro intenso, potente e doloroso che narra la storia dell’amore fra Ted Hughes e Sylvia Plath, poetessa bella, spiritosa, colta, sensuale, talentuosa, cupa, geniale e pericolosa.

“Non desiderava altro che amare qualcuno, ma odiava farlo davvero. Non desiderava altro che essere amata, ma ha punito senza pietà chiunque abbia mai provato amore per lei.”

A soli otto anni Sylvia perde il padre a causa di una malattia non curata adeguatamente e da quel momento decide di chiudersi nel suo dolore.
L’incontro con Ted le permetterà di risvegliarsi dal letargo auto imposto e di dedicarsi alla scrittura ottenendo svariati riconoscimenti.
Come lei anche Ted è uno scrittore e per Sylvia diventerà un appoggio fondamentale, sul quale però riverserà ogni tipo di capriccio, desiderio, dolore e frustrazione fino a farlo fuggire con un'altra donna, rendendolo, agli occhi di tutti, un traditore, un colpevole.

“Mi riesce difficile ammetterlo – oggi – ma ero contento di stare solo per qualche ora al giorno, di non vederla soffrire come un flagellante sotto le frustrate del sacro dovere, una fustigazione per supplicare la clemenza di un Dio punitivo o di una musa recalcitrante, un’espiazione scellerata per un peccato che non aveva commesso.”

Sylvia era una donna fragile che fingeva di essere forte utilizzando la tecnica dell’allegria e dei sorrisi.
Leggendo queste pagine si entra nell’animo di una persona fortemente disturbata e tormentata, attraversata da costanti sbalzi d’umore, invidia nei confronti dei successi ottenuti dal marito, una gelosia viscerale nei suoi confronti e spesso orientata all’istinto suicida, non si capisce se per ricongiungersi con il padre, per sfuggire all’ansia ed alla diffidenza della madre o più semplicemente per “liberarsi” da responsabilità e preoccupazioni derivanti da figli e marito.  

Un amore il loro che, però, giungerà al termine in una maniera tragica ma prevedibile.

L’autrice ha scelto come narratore in prima persona Ted, rendendo ancora più coinvolgente la lettura e donandole un’intensità forte e palpabile.
È stata una lettura davvero forte, e forse il mio essere mamma ha letto queste pagine con un trasporto ancora maggiore.

“Tu l’hai detto” è uno dei libri che stazionava sullo scaffale della libreria da troppo tempo, e sono stata felice di averlo letto.
Al suo fianco ce n’era un altro “Diari” di Sylvia Plath che leggerò, magari non subito, perché ho bisogno di riprendermi da questo viaggio, ma che sicuramente mi aiuterà a capire ancora di più il contorto personaggio di Sylvia.


Powered by Blogger.
Theme Designed By Hello Manhattan
|

Your copyright

Your own copyright