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RECENSIONE "QUALCUNO, DAL PASSATO" DI IRENE ROSSI

lunedì 27 luglio 2020


"Era buio e c’era silenzio. Un silenzio quasi innaturale, interrotto solo ogni tanto dai rumori che arrivavano dall'autostrada poco lontana; suoni molesti che disturbavano quel momento magico così intimo e personale. Così suo.”

 

Ed ecco a voi le prime righe dell’incipit del libro “Qualcuno, dal passato” di Irene Rossi, edito Clown Bianco.

Un thriller del quale Vania, sempre gentilissima, mi ha omaggiato e che ho letto con estremo piacere.

 

Partiamo con il dire che il personaggio principale, Jo Penna, poliziotto ligio al dovere e profondamente innamorato del suo lavoro, è entrato subito nelle mie grazie. Sarà che mi ci sono molto immedesimata; per me il lavoro è sacro, bisogna tenerselo stretto e dare il meglio di sé. Questione di etica.

 

Si trova ad indagare ad un nuovo caso che lo riporta indietro nel passato. Un passato impossibile da dimenticare, un’ombra sempre presente nella sua mente e nella sua vita. Il modus operandi del killer è lo stesso utilizzato da Mattia Longo, arrestato anni prima per aver ucciso e mutilato tre donne. Un killer che si è suicidato in carcere e che, non avendo mai avuto contatti con l’esterno, non poteva “tramandare la sua arte” a nessuno (passatemi l’ironia”).

 

Penna non è solo in questa “avventura” (se così vogliamo chiamarla…); è affiancato dal nuovo viceispettore Andrey Casati, un giovane incredibilmente preparato e “scafato”. Di quelli che quando li vedi la prima volta ti stanno sulle palle ma poi, alla fine, risultano simpatici e pure bravi.

 

Non sono mancati i cosiddetti colpi di scena, fondamentali per me per mantenere alta la “tensione”.  Arrivata alla fine sono rimasta piacevolmente stupita da ciò che ho scoperto, non vi spoilero nulla, ma vi invito a leggerlo ed a farmi sapere cosa ne pensate.

 

Un thriller ben costruito, con personaggi delineati e ben inquadrati nel contesto storico.

La fluidità della scrittura e la lunghezza dei capitoli, medio-brevi, mi hanno permesso di apprezzarne maggiormente la lettura, facendomi divorare la lettura in pochissimi giorni.

 

Voi lo avete letto?

Scrivetemi le vostre impressioni, sono curiosa!

A presto


RECENSIONE "LA GIORNATA PIGIAMATA" DI CARRIE SNYDER E BROOKE KERRIGAN

giovedì 23 luglio 2020

Avete mai pensato di trascorrere un’intera giornata in pigiama?

Uscire per andare al lavoro oppure per fare la spesa, rigorosamente in pigiama?

 

Io ammetto di averci pensato più di una volta ma di non avere mai avuto il coraggio di farlo per davvero.

Camillo invece lo ha fatto, e gli è piaciuto un sacco!!! Chi è Camillo? È il protagonista de “La giornata pigiamata” di Carrie Snyder e Brooke Kerrigan, edito Pulce Edizioni.

 

Camillo è il “figlio di mezzo”: un fratello ed una sorella più grandi ed un fratello ed una sorella più piccoli.

Nonostante la tenera età, Camillo è un bambino determinato e sa bene cosa vuole. Una mattina, non avendo voglia di vestirsi, Camillo decide di rimanere in pigiama. Ed ecco che nasce la giornata pigiamata.

 

La mamma, distratta e intenta a svolgere le faccende domestiche, non tenta nemmeno di dissuaderlo e, una volta arrivati a scuola nemmeno le maestre, anch’esse distratte come la mamma, prendono sul serio la cosa. Gli unici a farlo sono i compagni di Camillo che, nei giorni successivi, si presenteranno a scuola… in pigiama!!!

 

Ed è così che la giornata pigiamata si trasformerà prima in una settimana, poi in un mese e per finire in un bellissimo anno pigiamato.

 

Un albo che, grazie alle illustrazioni delicate e dai tenui colori pastello, racconta la complicità che c’è fra i bambini, la loro positività ed il loro buonumore, anche nelle giornate un po' più “scariche”.

 

Quella ventata di ottimismo e di serenità che solo i bambini, grazie alla loro ingenuità, riescono a trasmetterci.

 

Grazie a Pulce Edizioni per questo albo illustrato che ha fatto molto successo in casa nostra.


RECENSIONE "ROGOREDO - LA RAGAZZA DEL BOSCO" DI MICHELE AGOSTEO

venerdì 17 luglio 2020

Buon pomeriggio cari lettori,

le mie ferie ahimè, sono finite; le giornate sono volate via veloci, complice l’iperattività dei miei figli, e non ho avuto il tempo di leggere quanto avrei desiderato.

Oggi vi parlo di un libro, inviatomi direttamente dall’autore, che ringrazio molto.

Si tratta di “Rogoredo – La ragazza del bosco” di Michele Agosteo.

 

“Avevo letto degli articoli e visto in televisione alcuni servizi che parlavano del boschetto della droga di Rogoredo. Dalle descrizioni dei giornali si trattava di un luogo in mano agli spacciatori, frequentato da un gran numero di persone che andava lì a drogarsi”.

 

È chiaro sin da subito quale sia l’argomento del libro.

Un libro che in realtà è una sorta di diario, il racconto dell’incontro fra Martina e Michele, l’autore, ed il desiderio di quest’ultimo di aiutarla in tutti i modi possibili ad uscire dal tunnel della droga.

Una scrittura giovane, a tratti ingenua, che mi ha trovato spesso in disaccordo con le scelte di Michele.

Sicuramente fa onore ad un ragazzo così giovane la volontà di aiutare una ragazza, seppure inizialmente sconosciuta, nel difficile percorso per uscire dalla tossicodipendenza.

Non ho però trovato di così tanto aiuto gli atteggiamenti descritti nel libro; elargire soldi sperando di “aiutarla” è un tantino immaturo; a mio avviso è un ottimo modo per accompagnarla sempre più a fondo.

 

“Quello non era vivere, ma un continuo cercare di sopravvivere. Mi faceva male sapere di non poterla aiutare di più.”

 

Non sono riuscita ad entrare in sintonia con i personaggi nonostante abbia apprezzato il coraggio di parlare di un argomento così forte, considerato ancora oggi un tabù.

Non è stata una lettura travolgente (anche se l’ho terminato in un solo giorno); mi sono soffermata più volte a pensare a Martina, alla sua vita così fragile e dolorosa, una vita dove le sembrava di essere circondata da tante persone ma in realtà, l’unica compagnia era quelle che solo lei poteva fare a sé stessa.

 

Ringrazio Michele per avermi omaggiato di una copia di questo libro e di avermi chiesto, dandomi fiducia, di fargli sapere cosa ne pensavo.


RECENSIONE "AL PARCO CON MAMMA" DI JUDITH KERR

martedì 14 luglio 2020

Buongiorno cari lettori,

per me questa è la prima settimana di ferie e, fra un tuffo in acqua e un po' di sole insieme ai miei bimbi, vi parlo di un bellissimo albo illustrato che mi è stato inviato dalla Harper Collins, “Al parco con mamma” di Judith Kerr.

 

Un libro che parla di quanto sia magico il rapporto mamma-figlio e di quanta felicità sia contenuta in ogni singolo momento trascorso insieme.

 

Siamo al parco, la mamma si concede una telefonata con l’amica per “staccare” un po' la spina mentre il bimbo si diverte a giocare.

Sarà proprio ascoltando quella telefonata che il protagonista vivrà un’avventura esilarante: incontrerà un cane, darà da mangiare ai piccioni e volerà insieme ad un bellissimo cigno bianco.

 

È un albo che rappresenta meravigliosamente l’importanza della fantasia e di quanto essa sia compagna della vita dei nostri piccoli e, perché no, anche della nostra. Grazie alla fantasia i bambini sono in grado di creare mondi paralleli e di vestire i panni di “qualcun altro”, viaggiando pur restando comodamente seduti sul divano.

 

Ho trovato questo albo molto profondo per le tematiche trattate: di mamme che necessitano di prendersi un po' di tempo per sé ne conosco diverse (io per prima!), e credo sia più che legittimo, considerate le ore di lavoro e tutto ciò che comporta la gestione famigliare. Nonostante questo, c’è stato quel qualcosa che mi ha lasciata un po' interdetta: l’idea di una mamma che chiacchiera allegramente al telefono lasciando correre indisturbato il bambino per tutto il parco non mi ha entusiasmato.

 

Parto con il dirvi che io non sono una mamma particolarmente “chioccia” nel senso che mi piace lasciare ai miei figli un margine d’azione, senza stargli troppo attaccata ma guardandoli anche da lontano, ma in queste pagine ho trovato diverse situazioni che mi hanno spaventata.  

 

A mio parere non era questo l’intento dell’autrice: ecco perché non mi sono focalizzata su questo aspetto, che solo un adulto può cogliere, ma ho cercato di guardare le cose con gli occhi di un bambino:

sapere di essere con la mamma è già fonte di sicurezza ed è sapere di poter fare (quasi!) tutto.

 

Una lettura sicuramente consigliata ai più piccoli, ma di grande aiuto anche per noi adulti!


RECENSIONE "L'INFINITO DI AMARE" DI SERGIO CLAUDIO PERRONI

martedì 7 luglio 2020


“E pensa all’imbecillità di quanti farneticano che la bellezza degli attimi irripetibili stia proprio nella loro evanescenza” 

Buongiorno lettori, un po' in ritardo rispetto alla tabella di marcia che mi ero prefissata, oggi vi parlo di un libro meraviglioso che ho però letto con qualche difficoltà: “L’infinito di amare” di Sergio Claudio Perroni, edito La Nave di Teseo che ringrazio per avermi omaggiato della copia digitale.

Si tratta di un libro di circa 100 pagine, la storia pura e dolcissima di un amore come un altro, il racconto di quelle sensazioni ed emozioni tipiche dello sbocciare di questo meraviglioso e sconfinato sentimento. 

“Strani i loro rapporti fisici, forse per la rarità dei loro incontri e per la conseguente novità che molti loro aspetti mostrano nel manifestarsi. Lui sembra sempre stupito di poterla avere del tutto ancora una volta”

Il romanzo è suddiviso in tre parti: oggi, ieri e domani. In ognuna di queste vengono raccontati i pensieri di due innamorati, partendo dal desiderio l’uno dell’altro fino ad arrivare al desiderio di solitudine, quella volontà di allontanarsi, come per riprendere un po' di respiro.

“Non si sono mai addormentati dandosi la schiena… e quasi mai si sono addormentati faccia a faccia”

Un libro dal significato profondo e bellissimo, molto intimo ma mai volgare. 
L’ho apprezzato moltissimo, ma ho trovato un po' complicato lo stile dell’autore. La narrazione è più che fluida ma ho spesso riletto più volte le frasi per cogliere ciò che mi sembrava di essermi persa per la strada.
Questa non vuole essere una critica quanto piuttosto un’ammissione da parte mia di un mio limite; probabilmente ho letto questo libro in un momento piuttosto intenso della mia vita che non mi ha permesso di godermelo appieno.
Ne consiglio comunque la lettura perché in poco più di 100 pagine viene raccontato un amore che mai avevo conosciuto. Un viaggio profondo e inaspettato.

RECENSIONE "A CASA MIA A CASA TUA" DI MARIANNE DUBUC

giovedì 2 luglio 2020


Buon pomeriggio cari lettori e buon inizio luglio!

Oggi vi parlo di “A casa mia a casa tua” di Marianne Dubuc, un albo coloratissimo e molto simpatico edito Margherita Edizioni, che mi è stato gentilmente inviato in formato digitale e che sia io che i bimbi abbiamo molto apprezzato.

 

L’albo racconta la storia della famiglia Coniglietti che vive in un appartamento al piano terra all’interno di un condominio ospitante sette famiglie.

Vengono raccontate storie di vita quotidiana con uno stile narrativo accattivante ed illustrate in maniera molto semplice con un’attenta cura dei dettagli, facilmente interpretabili e riconoscibili da bambini a partire dai 3 anni.

Il fulcro della storia è l’organizzazione della festa di compleanno di coniglietto, partendo dalla consegna degli inviti agli amici fino ad arrivare alla preparazione della torta. Contemporaneamente, all’interno degli altri appartamenti, succedono cose che non vengono esplicitate attraverso le parole ma che sono visibili grazie alle illustrazioni e che hanno divertito Jacopo perché è riuscito ad usare la fantasia inventando lui una “storia nella storia”.

 

Troveremo la famiglia Gatti in pieno trasloco, vedremo Volpetto diventare fratello maggiore, Ricciotto felice di riabbracciare il papà dopo un lungo viaggio di lavoro ed un signor Bruno costretto a letto dall’influenza.

 

Ammetto di aver conosciuto questa Casa Editrice grazie alla pubblicità vista da alcuni blogger su Instagram e, venuta a conoscenza dell’uscita di questo albo non ho saputo resistere e non me ne sono assolutamente pentita.

 

Consiglio la lettura di questo albo a tutte le mamme, zie, dade e babysitter; sarà un’esperienza unica e formante.


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