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RECENSIONE "QUATTRO BRAVI RAGAZZI" DI LELLO GURRADO

lunedì 24 febbraio 2020




“Vede, commissario, il bullismo è un fenomeno aberrante, molto, molto pericoloso. Sa perché è pericoloso? Perché è a rischio contagio, come una malattia infettiva.

I protagonisti di questo libro sono quattro bravi ragazzi, almeno in apparenza.
Sono Luca, Marco, Ivan e Gianni, diciassettenni che vivono la loro età con spensieratezza, comportandosi però, all’occorrenza, come dei veri e propri bulli.
Il loro atteggiamento spinge Sofia, la ragazzina più bella della scuola, al suicidio.
Sofia non ha retto alle cattiverie che sono state inventate sul suo conto e che sono state riversate sul web senza pietà.
Ma la morte di Sofia non sarà l’unica morte in grado di scuotere gli animi.
Perché uno dopo l’altro sarà il turno di Luca, Marco e Ivan.
Gianni, a questo punto deve essere difeso e protetto perché potrebbe essere la vittima successiva.
Ad indagare sul caso è il commissario Michele Amoruso, soprannominato “Il Cerbero”. Testardo, impulsivo, autoritario ed autolesionista (è solito darsi morsi o pugni) quando le cose nelle indagini non vanno come lui vorrebbe. Un personaggio che può apparire antipatico ma con il quale ho sviluppato una forte empatia.
“Quattro bravi ragazzi” è un libro che affronta una tematica attuale e piuttosto articolata quale il bullismo. Ne si sente parlare spesso ed i social sono diventati l’eco di questo fenomeno.
Un libro che dovrebbe essere letto e condiviso dai ragazzi e dai genitori; perché a volte i cosiddetti “bravi ragazzi” che si atteggiano a bulli, nascondono violenze o disagi invisibili ed incomprensibili agli esterni.



“Vogliamo informare la società dell’esistenza di questo fenomeno, le persone devono sapere che esiste e che purtroppo dilaga, devono capire cosa fare per combatterlo.”

Ringrazio la casa editrice Baldini+Castoldi per avermi inviato la copia cartacea


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