Ammetto che
il fatto di chiamarmi come la protagonista è stato uno dei primi segnali che mi
ha spinto a leggere questo libro e pagina dopo pagina ho trovato molte altre
affinità con Francesca.
Una storia
d’amore sbocciata alla velocità di un aperitivo, una firma su un bel mutuo
trentennale per l’acquisto di una casa e un figlio (ecco, quelli per me sono
diventati tre…). Senza contare una migliore amica di nome Mary, così diversa ma
così complementare.
“Diario
(tragicomico) di una mamma” ripercorre le tappe di una coppia che si trasforma
in famiglia e racconta di come e quanto l’arrivo di un figlio possa riempirci
di gioia ma allo stesso tempo “scombussolare” gli equilibri.
Grazie ad
Angela ho rivissuto le emozioni che ho provato per ben tre volte nel corso dei
miei “quasi” 36 anni: la gioia nel vedere le due lineette blu colorarsi sul
test di gravidanza, la prima ecografia ed i primi calcetti.
Ma non mi
ha ricordato solo le cose belle della gravidanza.
Le mamme
(e anche le non mamme) sanno che dopo aver partorito ci si può sentire stanche,
spossate; si desidera riposare e non si ha sempre troppa voglia di avere gente
in giro per casa.
Aggiungiamoci
il fatto che il nostro corpo fatica a ritornare in forma, e ci sentiamo più
brutte, sciupate.
Sappiamo di
dover tornare al lavoro, l’idea di fare la mamma a tempo pieno, seppure presa
in considerazione, è stata presto scartata all’idea di poter in qualche modo
perdere l’indipendenza economica e di dover affrontare giornate piene di
pannolini, biberon e giochi.
E l’intimità?
Beh, neanche a parlarne.
Alcuni
dicono siano gli ormoni, altri che sia la famosa depressione post partum… in
ogni caso non ce ne dobbiamo vergognare.
“Oggi so che son tutte ansiose le mamme del mondo”
Nel libro
si parla di come una storia d’amore può entrare in crisi, di quando le attenzioni
sono poche e di come sia difficile trovare il tempo per essere di nuovo “in due”,
anche se si sente eccome la mancanza.
Si parla della
ricerca della felicità, che possiamo trovare, per primi, dentro di noi.
Penso che
il messaggio che questo libro vuole trasmettere, in maniera semplice ed anche
piuttosto ironica, è che è necessario avere pazienza.
Quando ci capiterà
di desiderare che il tempo passi più velocemente, che i figli crescano e che
magari ci lascino un po' più di respiro, fermiamoci.
Godiamoci
ogni secondo del nostro tempo insieme a loro sapendo che prima o poi non vorranno
più addormentarsi in braccio a noi, non avranno più un pannolino da cambiare e non
vorranno più ascoltare le nostre favole. Ed ecco, tutto questo, ci mancherà
terribilmente.
“Ho visto le sue ciglia chiudersi lentamente. Ho rinunciato a fargli lavare i dentini e l’ho messo a letto. Per fortuna, ci vorrà ancora tanto tempo prima che sia l’ultima volta.”
Nessun commento:
Posta un commento