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RECENSIONE "LA CONTESSA DI RICOTTA" DI MILENA AGUS

lunedì 16 novembre 2020

 

Una sera di qualche settimana fa mi sono seduta di fronte alla mia libreria, indecisa su quale libro cominciare a leggere. Chi mi segue sa che ho una libreria dove ci sono dei ripiani dedicati esclusivamente ai libri ancora da leggere.

Sono stata seduta sul pavimento per una buona mezz’ora e dopo qualche tentennamento ho scelto “La contessa di ricotta” di Milena Agus, pubblicato nel 2009 da Edizioni Nottetempo.

Una lettura veloce, poco più di cento pagine che, grazie alle meravigliose descrizioni, mi hanno riportata a spasso per Cagliari, visitata due volte grazie a Sara, fondatrice di “Diario di un sogno”, blog letterario con il quale collaboro da due anni.

 

Le protagoniste di questa storia sono tre sorelle, dal passato prosperoso ma dal presente piuttosto povero e triste: Maddalena, desiderosa di un figlio che però non arriva e che sembra essere il suo unico scopo nella vita; diverse sono le scene di sesso descritte dalla Agus, con l’utilizzo di un linguaggio piuttosto crudo e diretto, probabilmente per rendere ancora più l’idea dell’ossessione di maternità. Poi c’è Noemi, la più grande, zitella per scelta altrui, non di certo per la propria, e la contessa di ricotta, mamma di Carlino, bambino a detta della gente “problematico”, spesso attraversata dal pensiero del suicidio come unica soluzione alla sua vita così infelice e vuota. Il suo soprannome, come facilmente intuibile, deriva dal fatto che non c’è nulla di consistente in ciò che fa, tutto si sbriciola e si disperde.

 

Tutte e tre le protagoniste sono tristi, ognuna a modo suo ed ognuna per le sue motivazioni.

Hanno paura, paura del futuro e di tutto quello che di peggio potrebbe ancora succedere.

A volte, ma raramente, pare si lascino andare al pensiero positivo… ma è solo un’impressione, la negatività torna ad impossessarsi di loro.

 

Il sentimento predominante che mi ha accompagnata nel corso della lettura è stato quello della tristezza: Milena Agus è riuscita a mettere nero su bianco una storia intensa, toccante, con un tema centrale e poco trattato come quello del suicidio.

 

Un libro che mi sento comunque di consigliare per la sua veridicità.

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