Ci sono libri che colpiscono e spaventano
per la loro corposità.
Sono quei libri che prendiamo in
mano più volte, attratti dalla copertina o dalla trama, ma che immancabilmente
posiamo perché “ora non è il momento”, “ho bisogno di una lettura più breve”
etc.
I cosiddetti “mattoni”.
“Il cardellino” si è collocato, per
me, negli ultimi due anni, proprio all’interno di questa nicchia.
E c’è rimasto fino allo scorso
luglio quando Emilie mi ha coinvolta nella lettura grazie al GDL #ilmattondellestate.
Ecco, non potrei esserne stata più
felice.
Al di là del suo spessore “Il
cardellino” è un libro che si divora; un libro che intrappola senza dare la
possibilità di accorgersene. Un libro che emoziona e che scava nel profondo di
ognuno di noi.
Il protagonista è Theodore Decker, che conosceremo da bambino e che vedremo crescere, pagina dopo pagina; un ragazzo dal passato intenso e doloroso, costretto a misurarsi troppo in fretta con la perdita della madre durante un attentato al museo che stavano visitando insieme, al quale lui è incredibilmente sopravvissuto.
Non possiamo obbligarci a
desiderare ciò che è bene per noi o per gli altri. Non siamo noi a determinare
il tipo di persone che siamo.
La scrittura di Donna Tartt è
molto descrittiva; un fattore che per alcuni potrebbe essere negativo ma che
per me è stato un valore aggiunto alla lettura; i personaggi sono stati caratterizzati
perfettamente, così come le descrizioni dei paesaggi sfondo della vicenda.
Una storia di vita, un racconto
che parla di vita, e lo fa in maniera magica e poetica, lasciando spazio a
profonde riflessioni.
Chi avrebbe mai detto che era
in mio potere far felice qualcuno? O che io stesso potessi essere felice?
Una lettura che mi ha tenuto
compagnia per circa due mesi e che, dilazionata nel corso delle settimane, mi
ha dato modo di apprezzarla ancora di più, perché mi ha permesso di dedicarle
il tempo che merita.
Una lettura che consiglio davvero, un viaggio che è necessario fare.
Non possiamo scegliere cosa
vogliamo e cosa non vogliamo e questa è la verità nuda e cruda. Non possiamo
scappare da ciò che siamo.
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