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RECENSIONE "I VESTITI CHE NON METTI PIU'" DI LUCA MURANO

lunedì 6 dicembre 2021


I VESTITI CHE NON METTI PIU’

Luca Murano

130 pagine

Dialoghi

Data uscita: 01 gennaio 2021

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TRAMA

 

Chi siamo quando nessuno ci osserva? Possiamo davvero sentirci al sicuro? È realmente plausibile, in tali circostanze, riuscire a indossare e sfoggiare la parte più limpida di noi stessi? I protagonisti dei racconti che compongono la presente silloge prendono vita tra le pagine col desiderio di rispondere a queste domande, compiendo azioni apparentemente insignificanti e che invece restituiscono alle storie autenticità e tutta la grazia che può nascondersi dietro le banalità, le paure, le sofferenze e le speranze di cui sono intrinseche le loro esistenze. Una raccolta di outfit dimenticabili, ma di reazioni e gesti indimenticabili perché radicati in profondità in ognuno di noi. Uomini e donne sull'orlo della perdizione, studenti squattrinati, scrittori precari, giocatori d'azzardo, genitori sciagurati e figli egoisti che, con ironia e disincanto, scavano a fondo nella loro interiorità solo per scoprirsi vulnerabili, fallibili e, proprio per questo, umani.

 

IL PENSIERO DI FRANCI

 

Sono sempre stata attratta dalle raccolte di racconti; mi hanno sempre dato l’idea di leggerezza, di brevità, ottime compagne quando si tratta di spezzare il ritmo della lettura di un romanzo.

Quando ho ricevuto la mail di Luca non ci ho pensato due volte ed ho accettato di leggere il suo libro “I vestiti che non metti più”. Una scelta che, con il senno di poi, si è rivelata ottima!

 

Il libro contiene 22 racconti che parlano di attualità dove, al loro interno, ritroveremo “scene di vita” che almeno una volta abbiamo vissuto anche noi, dalla fine di un amore, alla perdita di una persona cara, dalla dimostrazione di coraggio al desiderio di uno sguardo al futuro.

 

In ogni racconto, breve a suo modo ma non per questo scarso di significato, l’autore ha inserito profondi insegnamenti e riflessioni sul quotidiano. Proprio per questo motivo sono stata contenta di aver “centellinato” la lettura ad un capitolo al giorno; questa decisione mi ha permesso di riflettere sul significato racchiuso dentro ogni storia, permettendomi di cogliere anche il senso più profondo, quello che non si trova spiegato a parole, ma quello che ti resta dentro una volta conclusa la lettura.

 

Il mio racconto preferito è stato “Il mio sottosopra”, un racconto lungo solo tre pagine ma di una potenza dirompente. Si parla di ricordi d’infanzia, di estati trascorse con i nonni in campagna. Vi lascio qui di seguito l’estratto che è riuscito a farmi scendere una lacrima ed a farmi ricordare che sì, ogni tanto dovremmo tornare, anche solo con il pensiero, proprio là, in quei luoghi che ci hanno insegnato la serenità.

 

“Certe notti, quando l’insonnia mi tiene compagnia, se chiudo gli occhi e ci penso intensamente, ingannando tutti, anche me stesso e la mia smarrita innocenza, io posso ancora tornare laggiù, in quella casa, e sentire nelle narici l’odore inconfondibile della pelle di mia sorella. […] Noi che, come quelle galline nell’aia, ci affanniamo per sfuggire alla vita che cerca di prenderci e portarci via, dovremmo tutti girare lo sguardo a qui luoghi, a quei momenti preziosi e indimenticabili, reali o immaginari, e non dimenticare mai qual è la via, la strada per tornarci. Là dove tutto è iniziato, lontano dal tempo che passa, lontani dai rimpianti e dalle gabbie che a volte ci attendono.”


6 commenti:

  1. Probabilmente il capitolo dedicato ai ricordi d'infanzia coi nonno sarebbe stato il più intenso anche per me

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  2. Mi interessa molto ... questi racconti mi sembrano così intensi e simbolici !

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  3. Un libro che avrei avuto problemi a leggere, i temi principali mi stanno molto a cuore

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  4. Adoro le raccolte di racconti e il tema di questi sembra davvero molto interessante!

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  5. Anche se di genere diverso, anche io sto leggendo una raccolta di racconti. Mi aiuta un po' a staccare dalle letture mediocri e lunghe

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