“All’inizio capisci il mondo ma
non te stesso e quando finalmente capisci te stesso non riesci più a capire il
mondo.”
“La mia
proprietà privata” non è un romanzo, è una storia raccontata un po' come viene.
Non c’è un inizio, non c’è una fine, ma un flusso di pensieri e riflessioni sull’amore,
sullo scorrere del tempo, sul senso della vita; pensieri che almeno una volta
sono stati anche nostri.
“Ogni giorno si trasforma in domani
e domani si trasforma in oggi, e oggi in ieri, e confesso che c’è davvero poco
che possiamo fare per cambiare questa cosa.”
Una storia che
ha diverse chiavi di lettura e che può essere interpretata in più modi, per una
lettura fruibile a 360 gradi.
Esistono
felicità che scaturiscono dalle piccole cose, dai gesti inaspettati, dai
pensieri che nascondiamo agli altri, per pudore o per paura, così come esistono
infinite tristezze, che la Ruefle classifica per colore: troveremo la tristezza
nera, rossa, grigia, verde e persino rosa.
“E la gente è sempre felice
quando non riesce a vedere la differenza. E la felicità, voler essere felici, è
la cosa più naturale del mondo.”
Ho apprezzato
moltissimo lo stile a tratti poetico della Ruefle. Il suo mettere a confronto
giovinezza e vecchiaia, il suo mettere un punto sull’importanza di essere sé
stessi e di essere liberi. Ho amato il racconto “Oggetti personali” del quale
vi lascio una citazione, che non posso non fare mia per la potenza che
sprigiona.
“Quand’ero giovane,
un veggente mi disse che una donna anziana che voleva morire si era piazzata
per sbaglio nel mio corpo. Piano piano, nel corso del tempo, e seguendo con
grande cura le istruzioni esoteriche, inclusi i bagni alla lavanda e le rituali
sepolture di chiavi nel cortile, mi ero sbarazzata della sua presenza. Ora sono
una donna anziana che vuole morire e dentro di me si è piazzata una giovane
donna che muore dalla voglia di vivere. Me la sto lavorando.”
Consiglio la
lettura a chiunque abbia bisogno di ritrovare sé stesso e la propria natura.
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