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RECENSIONE "GLI ANNI INCOMPIUTI" DI FRANCESCO FALCONI

lunedì 25 maggio 2020


"Come sangue nel cielo.
D’improvviso ti fermi.
Nel silenzio.
Distogli lo sguardo dalla finestra, mi stringi la mano. Lasci scivolare l’anello dell’indice su quello dell’anulare. Lo fai sempre quando ti emozioni. Dici poche cose perché è il tuo corpo a parlare per te. Ti lasci contemplare. Come se fosse la prima volta, come se mi volessi dimostrare che sei una meraviglia. Perché ami dipingere e il pennello è la tua voce. Mi ripeti che vuoi creare dipinti stupendi, così come ti ha insegnato il tuo scrittore preferito. La vita imita l’arte più di quanto l’arte non imiti la vita, mi dici. Ma sei tu il mio capolavoro. Così stupenda nelle tue mille contraddizioni."

Quando ho scelto di leggere questo libro non avevo la minima idea di quanto sarebbe stato travolgente ed intenso. 
La storia di Marco e Aurora, raccontata a partire dal loro ottavo compleanno festeggiato il 29 febbraio, una data in comune e piuttosto funesta, ci accompagnerà per oltre quarant’anni della loro vita, attraverso città diverse, eventi dolorosi e non. 
È la storia di un’amicizia profonda, a tratti al limite della morbosità, un rapporto assimilabile ad un rapporto d’amore, se non fosse che Marco è omosessuale.
“Perché essere amico implica la sincerità, sempre e comunque, anche nei momenti più scomodi. Significa dare affinché si possa ricevere. È così che si cresce assieme.”
 
Una condizione che lo porta spesso a pensare di essere “sbagliato”, un po' per compiacere la sua famiglia, un po' retrograda, un po' perché non può volere così bene ad una donna ma essere allo stesso tempo attratto dagli uomini. 
Nel corso della lettura si percepisce la malinconia di Marco, la sua paura di non essere accettato, compreso e capito dalla sua famiglia ma anche dalla società nella quale vive. 

Sia Aurora che Marco cresceranno, in un’evoluzione personale importante, ed è proprio la loro crescita che darà a questo romanzo una marcia in più. 
I temi trattati sono attuali e molto forti, lo stile dell’autore è molto fresco ed il libro si lascia leggere con molta semplicità. 

L’autore è riuscito ad emozionarmi ed a creare anche la giusta suspence che ha condotto ad un finale che ad un certo punto della lettura diventa intuibile, ma che mi ha commosso profondamente. 

Un libro che parla di sentimenti, di emozioni forti, travolgenti ed in alcuni casi necessarie. 

Di seguito un estratto, che ho letto e riletto più volte, e che mi ha permesso di riflettere su diversi aspetti della mia vita.
Grazie Francesco.

“Nella vita c’è sempre un evento che ti costringe a smettere di correre. Rallenti il passo, ti fermi. Ti guardi allora indietro, cerchi di ricordare gli anni passati. Tiri le somme, riassumi gli obiettivi che hai raggiunto, quelli che hai abbandonato e ciò che vuoi ottenere in futuro. I ricordi fanno male, a volte. Ti spingono a riflettere sulle decisioni che hai preso, quando ti sei trovato di fronte a quella porta scorrevole, incerto se entrarci o prendere il treno successivo. Allora ti domandi cosa sarebbe successo se fossi rimasto là immobile, su quella banchina. Sono le piccole scelte quelle che ti cambiano la vita. Ed è proprio la vita, qualche anno più tardi, a riderti in faccia perché ti ha preso in giro.”

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