Ed ecco a voi le prime righe dell’incipit del libro “Qualcuno, dal
passato” di Irene Rossi, edito Clown Bianco.
Un thriller del quale Vania, sempre gentilissima, mi ha omaggiato e che ho letto con estremo piacere.
Partiamo con il dire che il personaggio principale, Jo Penna,
poliziotto ligio al dovere e profondamente innamorato del suo lavoro, è entrato
subito nelle mie grazie. Sarà che mi ci sono molto immedesimata; per me il lavoro
è sacro, bisogna tenerselo stretto e dare il meglio di sé. Questione di etica.
Si trova ad indagare ad un nuovo caso che lo riporta indietro nel
passato. Un passato impossibile da dimenticare, un’ombra sempre presente nella
sua mente e nella sua vita. Il modus operandi del killer è lo stesso utilizzato
da Mattia Longo, arrestato anni prima per aver ucciso e mutilato tre donne. Un killer
che si è suicidato in carcere e che, non avendo mai avuto contatti con l’esterno,
non poteva “tramandare la sua arte” a nessuno (passatemi l’ironia”).
Penna non è solo in questa “avventura” (se così vogliamo chiamarla…); è
affiancato dal nuovo viceispettore Andrey Casati, un giovane incredibilmente preparato
e “scafato”. Di quelli che quando li vedi la prima volta ti stanno sulle palle
ma poi, alla fine, risultano simpatici e pure bravi.
Non sono mancati i cosiddetti colpi di scena, fondamentali per me per
mantenere alta la “tensione”. Arrivata
alla fine sono rimasta piacevolmente stupita da ciò che ho scoperto, non vi
spoilero nulla, ma vi invito a leggerlo ed a farmi sapere cosa ne pensate.
Un thriller ben costruito, con personaggi delineati e ben inquadrati
nel contesto storico.
La fluidità della scrittura e la lunghezza dei capitoli, medio-brevi, mi
hanno permesso di apprezzarne maggiormente la lettura, facendomi divorare la
lettura in pochissimi giorni.
Voi lo avete letto?
Scrivetemi le vostre impressioni, sono curiosa!
A presto
Non l'ho letto, ma mi piace molto la tua recensione!
RispondiElimina