le mie ferie ahimè, sono finite; le giornate sono volate via veloci,
complice l’iperattività dei miei figli, e non ho avuto il tempo di leggere
quanto avrei desiderato.
Oggi vi parlo di un libro, inviatomi direttamente dall’autore, che
ringrazio molto.
Si tratta di “Rogoredo – La ragazza del bosco” di Michele Agosteo.
“Avevo letto degli articoli e visto in televisione alcuni servizi che parlavano del boschetto della droga di Rogoredo. Dalle descrizioni dei giornali si trattava di un luogo in mano agli spacciatori, frequentato da un gran numero di persone che andava lì a drogarsi”.
È chiaro sin da subito quale sia l’argomento del libro.
Un libro che in realtà è una sorta di diario, il racconto dell’incontro
fra Martina e Michele, l’autore, ed il desiderio di quest’ultimo di aiutarla in
tutti i modi possibili ad uscire dal tunnel della droga.
Una scrittura giovane, a tratti ingenua, che mi ha trovato spesso in
disaccordo con le scelte di Michele.
Sicuramente fa onore ad un ragazzo così giovane la volontà di aiutare
una ragazza, seppure inizialmente sconosciuta, nel difficile percorso per
uscire dalla tossicodipendenza.
Non ho però trovato di così tanto aiuto gli atteggiamenti descritti
nel libro; elargire soldi sperando di “aiutarla” è un tantino immaturo; a mio
avviso è un ottimo modo per accompagnarla sempre più a fondo.
“Quello non era vivere, ma un continuo cercare di sopravvivere. Mi faceva male sapere di non poterla aiutare di più.”
Non sono riuscita ad entrare in sintonia con i personaggi nonostante
abbia apprezzato il coraggio di parlare di un argomento così forte, considerato
ancora oggi un tabù.
Non è stata una lettura travolgente (anche se l’ho terminato in un
solo giorno); mi sono soffermata più volte a pensare a Martina, alla sua vita
così fragile e dolorosa, una vita dove le sembrava di essere circondata da
tante persone ma in realtà, l’unica compagnia era quelle che solo lei poteva
fare a sé stessa.
Ringrazio
Michele per avermi omaggiato di una copia di questo libro e di avermi chiesto,
dandomi fiducia, di fargli sapere cosa ne pensavo.
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