“Sembrava che, dopo secoli, non si trovasse più l’Altro, l’alterità; finché a sorpresa non è arrivata, con un salto di specie, una pallottolina verde di un diametro medio di 100 manometri (0,10 micron), dotata di numerosi spuntoni, decisamente aliena, ma anche terribilmente simile alla vita e agli stessi umani.”
Nello scorrere
le novità in uscita per Les Flaneurs non ho avuto dubbi: “Estate italiana”
doveva rientrare fra le mie letture. E non potevo fare scelta migliore.
“Estate
italiana” è un viaggio attraverso l’estate appena trascorsa, un’estate anomala,
fatta di distanze e mascherine sotto l’ombrellone. Ma non solo: è anche il
racconto di come si possa vivere dopo avere provato il dolore.
Una scrittura
melodiosa, che racconta di giornate trascorse davanti ad una finestra, a
seguire il volo di un uccello o ad osservare i fiori che timidamente spuntano
fra l’erba del giardino. Pagine che ci ricordano quanto questi tempi ci abbiano
cambiato e costretto a rallentare. Quest’improvvisa frenata ha fatto sì che ci
soffermassimo a ragionare su cose che, in tempi normali, non avremmo avuto la
possibilità, né il tempo, di considerare. Primo fra tutti l’importanza degli
affetti. Sembra scontato, ma essere privati di qualcosa rende il desiderio
della cosa stessa quasi incontrollabile.
“Non ho
fatto che pensare alla catastrofe finale e non mi ci ero assuefatto. E più
stavo male più mi sembrava innaturale morire. Il semp0lice vedervi mi ha
rilanciato. Ma il bisogno di ognuno di voi è tale che la vostra mancanza da il
campo a un mood ostile”
Cercando di
vedere il lato positivo, per non cadere nell’autocommiserazione, possiamo dire
che il distanziamento sociale ci ha permesso di migliorarci come persone,
concedendoci “il lusso” di viaggiare dentro noi stessi.
“C’è
dell’amaro in quelle telefonate, ma ce lo passiamo con dolcezza.”
“Estate
italiana” è stata una possibilità.
Quella di
guardare indietro, ai mesi appena trascorsi, facendo tesoro del dolore e delle
difficoltà vissute.
Sempre con il
sorriso sulle labbra.
Ricordandoci che tutto ciò che accade ha un significato e che siamo noi a decidere quale dargli.
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