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RECENSIONE "ESTATE ITALIANA" DI SERGIO NELLI

martedì 1 dicembre 2020


“Sembrava che, dopo secoli, non si trovasse più l’Altro, l’alterità; finché a sorpresa non è arrivata, con un salto di specie, una pallottolina verde di un diametro medio di 100 manometri (0,10 micron), dotata di numerosi spuntoni, decisamente aliena, ma anche terribilmente simile alla vita e agli stessi umani.”

 

Nello scorrere le novità in uscita per Les Flaneurs non ho avuto dubbi: “Estate italiana” doveva rientrare fra le mie letture. E non potevo fare scelta migliore.

 

“Estate italiana” è un viaggio attraverso l’estate appena trascorsa, un’estate anomala, fatta di distanze e mascherine sotto l’ombrellone. Ma non solo: è anche il racconto di come si possa vivere dopo avere provato il dolore.

 

Una scrittura melodiosa, che racconta di giornate trascorse davanti ad una finestra, a seguire il volo di un uccello o ad osservare i fiori che timidamente spuntano fra l’erba del giardino. Pagine che ci ricordano quanto questi tempi ci abbiano cambiato e costretto a rallentare. Quest’improvvisa frenata ha fatto sì che ci soffermassimo a ragionare su cose che, in tempi normali, non avremmo avuto la possibilità, né il tempo, di considerare. Primo fra tutti l’importanza degli affetti. Sembra scontato, ma essere privati di qualcosa rende il desiderio della cosa stessa quasi incontrollabile.

 

“Non ho fatto che pensare alla catastrofe finale e non mi ci ero assuefatto. E più stavo male più mi sembrava innaturale morire. Il semp0lice vedervi mi ha rilanciato. Ma il bisogno di ognuno di voi è tale che la vostra mancanza da il campo a un mood ostile”

 

Cercando di vedere il lato positivo, per non cadere nell’autocommiserazione, possiamo dire che il distanziamento sociale ci ha permesso di migliorarci come persone, concedendoci “il lusso” di viaggiare dentro noi stessi.

 

“C’è dell’amaro in quelle telefonate, ma ce lo passiamo con dolcezza.”

 

“Estate italiana” è stata una possibilità.

Quella di guardare indietro, ai mesi appena trascorsi, facendo tesoro del dolore e delle difficoltà vissute.

Sempre con il sorriso sulle labbra.

Ricordandoci che tutto ciò che accade ha un significato e che siamo noi a decidere quale dargli.

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