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RECENSIONE "IL TEMPO DELL'ATTESA" DI ELIZABETH JANE HOWARD

venerdì 15 gennaio 2021


“Avevano spento la radio e, sebbene la stanza fosse piena di gente, il silenzio era completo al punto che Polly percepiva, quasi sentiva, il battito del proprio cuore. Finché nessuno parlò, finché nessuno si mosse, vi fu un ultimo scampolo di pace…”

 

“Cominciarono ad agitarsi sulle sedie, chi mormorava, chi accendeva una sigaretta, chi diceva ai bambini di andare fuori a giocare. Il peggio stava accadendo, e loro si comportavano come niente fosse. Era così che faceva la sua famiglia quando le cose andavano male.”

 

“Il tempo dell’attesa” è il secondo volume della saga de “I Cazalet”, che riparte nel settembre del 1939, a distanza di circa un anno dalla fine del primo volume, all’inizio della Seconda Guerra Mondiale.

 

Ci ritroviamo ad Home Place dove i nostri protagonisti sono alle prese con la paura e l’incertezza che la guerra, ormai alle porte, trasmette loro.

Ogni giorno sentono volare aerei, scoppiare bombe; la guerra è sempre più vicina e le ripercussioni, soprattutto psicologiche, sono molte. Gli uomini sono spesso assenti, chi impegnato in guerra chi nell’azienda di famiglia mentre le donne sono impegnate con i bambini, la casa e la cura dei feriti di guerra.

 

In questo volume la Howard ha voluto dare maggiore risalto proprio ai punti di vista dei personaggi femminili, nello specifico di Polly, Louise e Clary. Le tre adolescenti sono le più spaventate: cosa succederà? Che tipo di futuro potranno immaginare per loro? Le vedremo alle prese con le prime esperienze amorose, con forti desideri di emancipazione e ambizioni sulle quali lavorare. Diciamo che ci ritroveremo a vivere tutto quell’insieme di emozioni e sensazioni che anche noi, alla loro età, abbiamo attraversato.

 

La storia prosegue per circa due anni, nei quali vedremo crescere i nostri personaggi, grande punto di forza della narrazione della Howard.

Rispetto al primo volume ho però perso un po' di entusiasmo nel corso della lettura. Ero partita gasatissima ma questo volume mi ha un po' delusa. La lettura è stata più lenta e noiosa; lo stile narrativo della Howard è davvero molto dettagliato e descrittivo. Che non è necessariamente un punto sfavorevole perché ti permette di addentrarti all’interno della famiglia ambientandoti e sviluppando empatia con i personaggi. Per me però è stato un po' troppo.

Ma io sono cocciuta e ho comunque deciso di proseguire…

Vi terrò aggiornati sugli sviluppi!

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