“Avevano spento
la radio e, sebbene la stanza fosse piena di gente, il silenzio era completo al
punto che Polly percepiva, quasi sentiva, il battito del proprio cuore. Finché
nessuno parlò, finché nessuno si mosse, vi fu un ultimo scampolo di pace…”
“Cominciarono ad
agitarsi sulle sedie, chi mormorava, chi accendeva una sigaretta, chi diceva ai
bambini di andare fuori a giocare. Il peggio stava accadendo, e loro si
comportavano come niente fosse. Era così che faceva la sua famiglia quando le
cose andavano male.”
“Il tempo
dell’attesa” è il secondo volume della saga de “I Cazalet”, che riparte nel
settembre del 1939, a distanza di circa un anno dalla fine del primo volume, all’inizio
della Seconda Guerra Mondiale.
Ci ritroviamo ad
Home Place dove i nostri protagonisti sono alle prese con la paura e l’incertezza
che la guerra, ormai alle porte, trasmette loro.
Ogni giorno
sentono volare aerei, scoppiare bombe; la guerra è sempre più vicina e le
ripercussioni, soprattutto psicologiche, sono molte. Gli uomini sono spesso
assenti, chi impegnato in guerra chi nell’azienda di famiglia mentre le donne sono
impegnate con i bambini, la casa e la cura dei feriti di guerra.
In questo volume la
Howard ha voluto dare maggiore risalto proprio ai punti di vista dei personaggi
femminili, nello specifico di Polly, Louise e Clary. Le tre adolescenti sono le
più spaventate: cosa succederà? Che tipo di futuro potranno immaginare per
loro? Le vedremo alle prese con le prime esperienze amorose, con forti desideri
di emancipazione e ambizioni sulle quali lavorare. Diciamo che ci ritroveremo a
vivere tutto quell’insieme di emozioni e sensazioni che anche noi, alla loro
età, abbiamo attraversato.
La storia
prosegue per circa due anni, nei quali vedremo crescere i nostri personaggi,
grande punto di forza della narrazione della Howard.
Rispetto al primo
volume ho però perso un po' di entusiasmo nel corso della lettura. Ero partita
gasatissima ma questo volume mi ha un po' delusa. La lettura è stata più lenta
e noiosa; lo stile narrativo della Howard è davvero molto dettagliato e
descrittivo. Che non è necessariamente un punto sfavorevole perché ti permette
di addentrarti all’interno della famiglia ambientandoti e sviluppando empatia
con i personaggi. Per me però è stato un po' troppo.
Ma io sono
cocciuta e ho comunque deciso di proseguire…
Vi terrò
aggiornati sugli sviluppi!
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