“Il profumo
della morte è al tempo stesso nauseante e dolce. È un controsenso. Prima ti
colpisce come un cazzotto nello stomaco, poi scopri che c’è qualcosa, in fondo
a quell’odore, che non puoi fare a meno di gradire.”
Dopo “La casa
delle voci”, consigliata da molti, decido di cominciare dall’inizio.
Ed è così che
inizio a leggere “Il suggeritore”, romanzo d’esordio del 2009 di Donato Carrisi.
Mi trovo
letteralmente catapultata all’interno di un’indagine piuttosto contorta, un
intreccio che tiene il lettore incollato alle pagine senza abbassare mai la
soglia dell’attenzione.
Personaggio
chiave di questo romanzo è Mila Vazquez, una donna che non ama apparire e che
di professione cerca di scoprire quali verità si nascondono dietro ai casi
delle persone scomparse. Un personaggio reale, vero, una di noi insomma. Al suo
fianco troviamo Goran Gavila, criminologo dal fare diretto, chirurgico, all’apparenza
distante ma che rivela tutto il suo lato umano nel rapporto con il figlio, al
di fuori dell’ambiente lavorativo.
Il lavoro di
costruzione dei personaggi di Carrisi permette di conoscere tutti quei lati che
rendono i personaggi “di carta” delle comuni persone reali. Tutti i dubbi, le debolezze
i pregi ed i difetti che possiamo ritrovare anche in noi stessi.
Lo stile di Carrisi,
inoltre, grazie alla sua scorrevolezza, ti permette di immergerti totalmente
nella lettura, tenendo alta l’attenzione e non perdendo mai di vista il filo
della trama. Ci sono molte descrizioni che ho trovato non eccessivamente lunghe
ma efficaci.
Lo consiglio?
Sì, e sicuramente recupererò anche i successivi.
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