“Nicholas ed Ernest Whiteoak stavano prendendo il tè. Ernest, convinto di essere sul punto di ammalarsi di uno dei suoi raffreddori, evitava in ogni modo gli spifferi del corridoio e dell’atrio e si faceva servire il tè in camera. Il fratello gli teneva compagnia davanti al caminetto, dall’altro lato del tavolino apparecchiato. Il gatto di Ernest se ne stava acciambellato ai piedi del padrone, con le zampe sotto la pancia e gli occhi semichiusi a proteggersi dalla vampa, mentre lo Yorkshire terrier di Nicholas, steso sul fianco, sognava, scosso ogni tanto da un piccolo spasmo. I due fratelli si dividevano tra il tè e i loro piccoli compagni.”
Ed eccomi di
nuovo a Jalna, a casa.
In questo terzo
volume “La fortuna di Finch” ci addentreremo ancora di più nel vivo della
storia.
La cara nonna
Adeline ha scelto di lasciare tutto il suo patrimonio al nipote Finch, che
proprio all’inizio del libro compirà 21 anni, età che gli consentirà di mettere
le mani sull’ingente patrimonio.
La dolcezza e
la bontà di Finch sono sempre più palpabili in questo volume. L’eredità della nonna
è stata una doccia fredda anche per lui e per questo si sente in colpa nei confronti
di tutta la famiglia. Ecco perché sceglie di fare qualcosa per ognuno di loro,
incappando, purtroppo anche in investimenti che si riveleranno un totale
fallimento. Con una parte delle somme ricevute, decide di accompagnare gli zii
Ernest e Nicholas, in Inghilterra, per un viaggio nel paese delle loro origini.
Sarà proprio in Inghilterra, a casa della zia Augusta, che Finch incontrerà
Sarah, la cugina, della quale si innamorerà. E non sarà il solo a farlo…
A Jalna procede
la storia d’amore fra Renny e Alayne, seppure fra alti e bassi. Alayne non riesce
ad integrarsi totalmente con la realtà dei Whiteoak e questo la porta, spesso,
a scontrarsi con alcuni componenti della famiglia. Renny, che nemmeno in questo
volume è riuscito a solleticare la mia simpatia, non capisce la moglie; trovo
il suo atteggiamento profondamente egoista ed arrogante.
Continuo (e spero di continuare a farlo anche prossimamente!) a confermare che questa saga è appassionante, intrigante e piena
di ironia.
La scrittura di
Mazo de la Roche, molto più particolareggiata e descrittiva in questo volume, rende
la lettura veloce e piacevole.
Ogni volta che termino
la lettura di un volume e saluto i Whiteoak mi assale la malinconia perché tante
sono le emozioni che mi fanno provare.
Ma non posso fare altro che attendere... alla prossima uscita lettori!
Nessun commento:
Posta un commento