NON
DIMENTICARLO MAI
Federica Bosco
336 pagine
Garzanti
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TRAMA
La mattina del
suo quarantanovesimo compleanno Giulia è seduta sullo sgabello della cucina a
bere un caffè e, mentre contempla la nebbia dell'inverno milanese, viene
travolta da un attacco di panico in piena regola. Lei, giornalista di costume
in una rivista di grido, con una vita scandita da mille impegni, avverte
all'improvviso la consapevolezza che la sua esistenza così com'è sembra non
avere più alcun senso. Un compagno da quattro anni, Massimo, anch'egli
giornalista con una forte propensione all'indipendenza, una madre giocatrice
incallita dalla personalità crudele e affascinante da cui ha imparato a
guardarsi le spalle, qualche amica con cui condividere sfilate e pettegolezzi,
un fratellastro amatissimo, un padre artista e sognatore, e questo è tutto. Ciò
che la sconvolge, però, è l'impellente desiderio di maternità mai provato
prima, giunto molto oltre i tempi supplementari, che adesso le sembra l'unica
ragione di vita. Le reazioni delle persone vicino a lei non sono incoraggianti
e, accompagnata da un coro di «ma tu non ne hai mai voluti», Giulia si accinge
non senza difficoltà a convincere il compagno a imbarcarsi nel complicato mondo
delle cure per la fertilità, ispirata da un'idea di famiglia in cui crede
ancora nonostante la sua infanzia passata a giocare a Barbie sotto i tavoli
verdi. Massimo però si rivela un partner imprevedibile, che la porta un giorno
in un paradiso di mille premure e quello dopo nell'inferno dell'indifferenza,
facendola sentire ancora più sola. Così Giulia, quasi senza alleati, decide di
abbandonare per sempre la sua zona di confort e di spiccare un salto nel vuoto.
IL
PENSIERO DI FRANCI
“Si dice che
quando stai per morire ti passi tutta la vita davanti e che, in un millesimo di
secondo, ogni singolo frame importante ti appaia come sullo schermo di un
cinema: le facce di tutti quelli che hai amato, le cose che hai fatto, ogni
momento felice e degno di nota che hai vissuto. Tutto si sussegue in rapida
successione come nel trailer di un film.”
Giulia, alla
soglia dei 50 anni, si rende conto di volere, improvvisamente a tutti i costi,
quel qualcosa per il quale fino a quel momento ha detto sempre no: un figlio.
Un figlio che
le sembra l’unica vera ragione per sentirsi viva, realizzata ed appagata
nonostante le molteplici soddisfazioni lavorative.
“Come una
signora di mezza età che realizza di aver perso il treno più importante della
sua vita. E quel treno cominciò a sembrarmi l’unica ragione della mia.”
Giulia è
fidanzata con Massimo con il quale però non vive insieme perché entrambi amano
la propria indipendenza. Un rapporto che però comincia a starle stretto; sente
di non avere più tempo, di essere “scaduta”.
“Mi sentivo
intontita come appena svegliata da un’anestesia totale. Un’anestesia durata
quarantanove anni.”
Non appoggiata
dalla madre, una donna egoista e dipendente dal gioco, né dalle amiche di
sempre, Giulia si ritrova sola con la sua decisione. Pronta a tutto.
Avere un figlio
non è così semplice come si possa pensare. Per alcune coppie, il concepimento,
diventa un atto quasi meccanico. La misurazione della temperatura basale, i
rapporti mirati in concomitanza dell’ovulazione… “fare l’amore” diventa un
appuntamento da segnare in agenda.
“Com’è
ironica la vita, passiamo anni a lamentarci delle mestruazioni, non le
sopportiamo da ragazzine, da adolescenti diventiamo matte per un ritardo e,
finalmente, quando non le vorremmo più, eccole puntuali.”
Per Giulia si
aprirà una strada tutt’altro che semplice. Si troverà a fare i conti Massimo,
un uomo capriccioso , incapace di affrontare una discussione, una malattia
inaspettata in famiglia, insomma dovrà destreggiarsi in una vita che sembra le
si sia accanita contro ai 100km/h.
“Non
dimenticarlo mai” è un romanzo che spacca il cuore, che ti fa versare litri di
lacrime ma che regala una forza esplosiva. Si parla di affetti veri, sinceri,
di quanto sia importante eliminare ciò che è tossico dalla nostra vita, di non
smettere mai di credere in sé stessi e di non vergognarsi mai di chiedere
aiuto.
Federica ha
raccontato la storia di una donna, Giulia, che per anni si è annullata per
essere esattamente come volevano gli altri. Una donna fragile, una donna che
subisce violenze psicologiche che giustifica incolpando sé stessa, una donna
che non si è mai sentita abbastanza, ma che di fronte alle tante sconfitte
subite ha scelto di riprendere in mano la sua vita e di rinascere. Perché si
sa, toccare il fondo, spesso, ci permette di spingerci ancora più forte verso
la superficie. Per tornare a respirare la vita a pieni polmoni.
“Nel momento
in cui scrivo queste parole sto ancora raccogliendo i pezzi. Alcuni non so dove
siano, alcuni li trovo per caso e alcuni non so davvero dove metterli, ma li
tengo da parte per collocarli al posto giusto nel momento giusto. E, prima o
poi, sono certa che vedrò anch’io tutto il disegno.”
Non è molto il mio genere ma apprezzo che alla fine si parli anche di affetti veri e del credere in sé stessi, sono cose molto importanti
RispondiEliminaUn libro che mi potrebbe piacere anche a me 😍
RispondiEliminaNon è il mio genere, ma mi piace il fatto che faccia capire che chiedere aiuto non è sinonimo di debolezza :)
RispondiEliminaLeggo poche storie a riguardo ma condivido il fatto che siano esperienze di vita che ti mettono a dura prova e che ti possono profondamente segnare
RispondiEliminaPotrebbe proprio piacermi 😍
RispondiEliminaAnche io mi sono sentita annullata per fare contenti gli altri. Devo dire che non è stato facile uscirne
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