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RECENSIONE "TUTTA LA STANCHEZZA DEL MONDO" DI ENRICA TESIO

venerdì 18 febbraio 2022


TUTTA LA STANCHEZZA DEL MONDO

Enrica Tesio

192 pagine

Bompiani

Data uscita: 09 febbraio 2022

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TRAMA

 

L'11 febbraio 2013, nel cuore di una serata di ordinario delirio tra figli piccoli, lavoro arretrato e incombenze domestiche, dalla tv arriva una notizia stupefacente: il papa si è dimesso. Non è malato, non è in crisi spirituale, è afflitto dalla patologia del secolo, la stanchezza. In quel momento Enrica Tesio si sente «parte di qualcosa di grande e insieme sola in modo assoluto». Perché no, noi non possiamo dimetterci. Noi siamo il popolo del multitasking che diventa multistanching. Siamo quelli che in ogni istante libero "scrollano" pagine social per misurare le vite degli altri, quelli che riempiono di impegni il tempo dei figli per il terrore di non stimolarli abbastanza, quelli che di giorno si portano il computer in salotto per lavorare e la sera in camera da letto per guardare una serie ma intanto rispondere all'ultima mail... quelli che, per riposarsi, si devono concentrare.

 

IL PENSIERO DI FRANCI

 

“Non sono sola”.

Questo è quello che ho pensato una volta terminata questa lettura.

La Tesio, con un linguaggio semplice, condito da battute irriverenti, ha dato voce al nuovo male che attanagli la società: la stanchezza.

Alla domanda “Come stai?” quante volte vi è capitato di rispondere “Insomma dai, stanca/o”?

Beh, a me più di una volta.

E oggi, dopo aver letto il libro di Enrica, mi sento meno sola.

 

Perché mi rendo conto che vivo le mie giornate di corsa, a braccetto con un’ansia che non mi abbandona, perché devo lavorare otto ore, timbrare il cartellino, recuperare i bambini a scuola, sbrigare le incombenze domestiche, e magari, se ci scappa, riuscire pure a fare una doccia prima di guardare negli occhi il mio compagno sussurrando una timida “buonanotte” e sprofondare nel mondo dei sogni in attesa della sveglia delle 6.15 che, inesorabile, suonerà alla mattina successiva. E via che si ricomincia.

 

Multistanching. La Tesio non poteva coniare parola migliore.

E se “multistanching” diventa anche il Papa, ecco, allora due conti dobbiamo proprio farli.

 

Gli ultimi due anni sono stati intensi, la pandemia ci ha costretto a vivere una vita che non avremmo mai immaginato. Conciliare lavoro, lezioni in DAD e rapporti interpersonali chiusi nelle stesse quattro mura ci ha portati a pensare, più di una volta, che mollare tutto era l’unica soluzione possibile. Ma poi basta non lo abbiamo detto e in un modo o nell’altro siamo andati avanti.

 

Per tutte le volte che abbiamo visto la nostra casa come una prigione dalla quale sembrava impossibile uscire. Un luogo che si è trasformato in ufficio, scuola, dove si cucinava ininterrottamente e dove non mancavano mai un paio di calzini sparsi sul pavimento e cumuli di polvere.

Per tutte le volte che abbiamo pensato al lavoro come l’unico modo per sentirci “indispensabili”, lavoratori instancabili, senza sosta, affossatori della nostra stessa felicità.

Per tutte le volte che abbiamo sentito sulle nostre spalle la fatica della paura.

Paura che potesse capitare qualcosa di brutto ai nostri figli, paura del quotidiano, di affrontare regole e situazioni che spesso non guardano in faccia a nessuno.

Per tutte le volte che ci siamo sentiti stanchi di crescere, diventare adulti, di essere un po' più belli; stanchi di crogiolarci nelle vite altrui, vite spiate attraverso lo schermo di un telefono, scrollando foto o video su Instagram o Facebook.

 

Correre a lungo stanca, appesantisce la milza e, spesso, ci allontana dal godere di quello che ci circonda.

 

“Come la vita che è tutto ciò che abbiamo e insieme tutto ciò che non avremo mai”

 

Fermarci a prendere fiato, alzare gli occhi al cielo, invece, permette di vivere.

 

“La felicità è un delizioso effetto collaterale del vivere, un’emozione che ti viene a stanare sotto il tavolo, il più dolce degli imprevisti.”

 

L’invito di Enrica è quello di riposare, possibilmente con quella persona che sceglie, nonostante tutto, di affrontare tutte le fatiche della giornata al nostro fianco.

 

“L’abbastanza è assai quando sei così di buonumore da non voler andare a dormire, per goderti il momento ancora qualche minuto, ma alla fine ti addormenti perché non ce la fai proprio più dalla stanchezza. Quell’abbastanza è assai. Ancora più assai se c’è qualcuno nei paraggi a portarti a letto, in braccio.”

 

5 commenti:

  1. È un libro che Purtroppo non è sulle mie corde. Però deve essere molto bello interessante

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  2. Il bello è che spesso ci sentiamo nella stessa situazione descritta in questo libro. Bisognerebbe prendersi una pausa da tutto ogni tanto

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  3. Sembra davvero un libro nelle mie corde ☀️

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  4. Bisognerebbe prendersi una pausa ogni tanto, altrimenti diventerebbe sempre più difficile vivere la propria vita/routine

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  5. Ho vissuto una situazione simile tempo fa e una pausa è stata doverosa

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