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RECENSIONE "CATTIVE RAGAZZE" DI ELISABETTA VALLECOCCIA

lunedì 8 agosto 2022


CATTIVE RAGAZZE

Elisabetta Vallecoccia

130 pagine

Dei Merangoli Editrice

Data uscita: 27 ottobre 2021

 

TRAMA

 

L'autrice, già nel titolo del libro, definisce in modo incisivo le protagoniste dei suoi racconti. Sono cattive. In realtà, sono bambine e donne di diverse età che vengono etichettate come tali da chi le ha giudicate non soltanto per il loro modo di pensare, ma anche per il loro vissuto o per l'agire controcorrente. "Una volta forse sarebbero state chiamate streghe, messe al bando, bruciate su un rogo, ora sono 'cattive'. [...] Tutte accomunate dal denominatore comune di essere in qualche modo vittime, di altri, di loro stesse, della loro sensibilità, ma spesso del contesto sociale, della mentalità, del sentire comune, dall'etichettatura che viene data loro e in cui non vogliono riconoscersi."

 

IL PENSIERO DI FRANCI

 

Parlare e scrivere di tentati abusi, abusi veri e propri e violenza sulle donne non è facile. È necessario trovare le parole adatte e soprattutto il giusto modo per farlo.

Elisabetta è riuscita, attraverso i racconti che compongono il suo “Cattive ragazze”, edito Dei Merangoli, a dare voce ad una tematica purtroppo fin troppo presente nella nostra società.

 

Le protagoniste di questi racconti sono donne che hanno immancabilmente sofferto, e, si sa, il dolore porta con sé strascichi a volte sono impossibili da sanare.

 

C’è una bambina punita dai genitori per essere scappata da un uomo dalle cattive intenzioni, un’altra, invece, non riconosciuta dalla madre che la trova così diversa da lei, lontana anni luce da quel modello di donna al quale l’etichetta impone di assomigliare.

 

Ci sono ragazze, abbandonate e profondamente ferite da un amore al quale avevano forse fin troppo creduto, altre che pur di non dipendere da nessuno si “raccontano” cose alle quali nemmeno loro credono, costringendosi a vivere una vita che non è quella desiderata.

 

Ci sono donne che hanno paura di lasciarsi andare a nuove emozioni perché impaurite all’idea di rivivere il dolore, precludendo a sé stesse la possibilità di un riscatto, altre che ripetutamente mentono a sé stesse ed agli altri, in una sorta di quieto vivere ingannevole, dove ci si vuole convincere che amarsi è sufficiente.

 

Ma quando l’amore è sufficiente per spingerti a restare?

 

L’esperienza mi ha insegnato che:

 

-          Amare e rispettare sé stessi è fondamentale

-          Non esiste amore vero che chieda di annullarsi o di sotterrare le proprie ambizioni

-          Nella vita bisogna lottare e avere degli obiettivi.

 

Ma soprattutto che bisogna guardarsi spesso.

Perché solo così potremo essere certe di essere VISTE.

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