IL SILENZIO E’ LA MIA LINGUA MADRE
Sulaiman
Addonia
288 pagine
Francesco
Brioschi Editore
Data uscita: 03
marzo 2022
TRAMA
In tempo di
guerra, che forma assume l'amore? Qual è la sua voce? Quale, poi, la lingua per
esprimerlo? Saba e Hagos sono due giovani fratelli di Asmara che vivono in un
campo profughi. Saba è fiera, pervicace, polimorfa. Ama i libri, studia con
profitto, sogna di diventare medico. Hagos è accogliente, dolce, remissivo.
Cura le faccende di casa, non sa leggere, scrivere, e neppure parlare: è la
sorella minore che dà voce al ragazzo e lo protegge. Il loro legame si fonda su
un patto antico, su verità nascoste, desideri inespressi, ed è così forte da
fonderli e persino confonderli. Il campo è un micromondo popolato di varie
umanità: ci sono Eyob, l'uomo d'affari, Nasnet, la prostituta, ci sono la
cantante e il poeta. C'è Jamal, attento osservatore di Saba nella sua intimità,
e la levatrice che, come un giudice impietoso, applica la tradizione anche nei
suoi risvolti più crudeli. Al campo esistono il bene e il male, la rabbia, la
violenza, la compassione, il perdono. È però il silenzio la cifra narrativa del
romanzo, la chiave di lettura, lo strumento che permette a Saba e Hagos di
capirsi e restare uniti. Con una prosa ricca ed evocativa, Addonia affronta
temi quali la scoperta della sessualità e l'identità di genere, il desiderio di
realizzarsi, il miraggio della pace.
IL
PENSIERO DI FRANCI
La guerra è ciò
che costringe Saba, il fratello Hagos e la madre ad abbandonare la loro casa
alla ricerca di un posto migliore dove vivere, nello specifico un campo
profughi che sarà scenario di svariate vicissitudini, a partire da un processo
che vede Saba imputata ed accusata per aver dormito sotto alla stessa coperta
insieme al fratello.
“Chi ha
perso tutto fatica a mostrare quello che ha dentro”
Un campo
profughi abitato dalle più svariate tipologie di persone unite da un unico
comune denominatore: la silenziosità. Una collettività che si protegge
chiudendo bocca e occhi e che sarà, per Saba e Hagos, il luogo teatro del loro
ricongiungimento, di un nuovo inizio.
Un luogo dove
si vive sempre sotto gli occhi degli altri, dove non esiste privacy, dove
nessuno possiede nulla e dove tutto è in condivisione.
Hagos non sa
leggere, scrivere, né parlare; è muto dalla nascita e questo lo rende “strano”
agli occhi degli altri abitanti. Per lui però parla sempre, e forse a volte troppo,
Saba. Lei ama studiare e vorrebbe proseguire gli studi interrotti, è
determinata a raggiungere i suoi obiettivi e non è d’accordo sul fatto che la
donna deve tacere e pensare solo ed esclusivamente alla famiglia.
“Non aveva
ereditato quel talento, l’invisibilità che dovrebbe appartenere alle donne. Si
faceva sentire e si faceva vedere.”
“Hagos non è
muto. Ma il mondo non pronto ad ascoltarlo.”
La vita nel
campo profughi li cambierà ed allo stesso tempo permetterà loro di continuare
ad inseguire i propri sogni, non dimenticandosi, però, che restare uniti è la
vera forza.
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