Per
chi sta attraversando questo momento, per chi ci è già passato e per chi ignora
che possa succedere.
Questo
libro è per tutti voi.
Perché
non riuscire ad avere figli, al giorno d’oggi, succede.
Ma
è difficile mettersi nei panni di chi quel dolore lo vive.
Giorgio
M. Ghezzi, nel modo più delicato ed onesto possibile, racconta la sua storia,
la sua vita, il suo “non essere padre”.
E
lo fa partendo dall’inizio, dal cambio di lavoro; Giorgio si accorge di avere
poco da raccontare ai colleghi, per presentarsi:
“Sono
sposato”.
BASTA.
STOP.
Non
ha altro da dire, ma immancabilmente si trova ad affrontare le classiche
domande, quelle curiosità alle quali risponde, rimanendo sempre sul vago:
“Avete
figli?” “Quando sfornerete un pargolo?”
Come
se bastasse solo essere giovani e sposati per mettere al mondo una creatura.
Giorgio
ha scoperto il desiderio di paternità in piena fase adolescenziale, con la
nascita della sorella, ha continuato a coltivare il sogno anche dopo essersi fidanzato,
a circa vent’anni, e poi dopo aver incontrato l’amore della sua vita, la sua
attuale compagna.
Con
lei ha attraversato una fase dolorosa della vita, una gravidanza svanita subito,
una ferita che non si rimargina, un desiderio che non muore.
Con
lei ha viaggiato per cercare di realizzare quel desiderio, costi quel che
costi.
Giorgio
è riuscito a raccontare la sua esperienza con estrema chiarezza e mai rendendo
pesante la lettura.
In
ogni pagina si è costretti a fare i conti con le speranze, le delusioni ed il dolore
provato; ed è impossibile rimanerne estranei a questa storia.
Se
potessi fare una domanda all’autore sarebbe questa: “Quanto è stato doloroso scrivere
questo libro?”, perché io credo che sia stato difficile ripercorrere un cammino
così pieno di ostacoli ma altrettanto credo possa anche essere stato “curativo”.
Lo
dico da mamma; ho tre bellissimi bambini ma ho anche attraversato, per due
volte consecutive, il tunnel della perdita.
E
fa male, fa un male indescrivibile.
Giorgio
da voce alla visione maschile dell’infertilità e della sterilità, argomento che
per molti fa parte solo dell’universo femminile.
Lo
fa donandoci una lettura profonda ed intensa, carica di emotività.
Una
sorta di diario dove le parole vengono recepite come un dono; Giorgio ha
dimostrato di essere capace di sorridere anche di fronte alle negatività della
vita, ed io ritengo che questa sia una grande dote.
Grazie alla CE ed all'autore per avermi dato la possibilità di riflettere su questo argomento e per avermi, più volte, emozionato.
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