Ci troviamo in Giappone, negli anni ’60,
quando scompare un’adolescente, Natsuki Urayama, che non fa ritorno a casa dopo
la scuola. Natsuki vive con la sorella, Madoka, ed il padre.
Il caso viene affidato al giovane
ispettore Noriyuki Nagai, un trentatrenne piuttosto bravo nel suo lavoro ma con
un trascorso pieno di sfortuna. Il suo essere hafu, ovvero figlio di una coppia
mista, madre britannica e padre giapponese, lo ha più volte messo in
difficoltà, facendolo sentire “diverso”.
Il corpo della ragazzina, martoriato,
viene ritrovato, e l’ispettore capisce che la soluzione del caso sarà
tutt’altro che semplice.
“Il male non cesserà mai e la morte raggiungerà ognuno di noi prima o poi, ma sappia che è vero anche il contrario, ovvero che anche il bene non conoscerà mai una fine, perché a ogni forza ne corrisponde un’altra identica di senso opposto.”
Nagai ci racconta di un sistema giudiziario corrotto, dove
non esiste giustizia: dove la stampa racconta falsità e dove pur di raggiungere
il proprio scopo si è disposti a tutto. Si parla di una società che discrimina
i burakumin, persone costrette a vivere in pessime condizioni ed a svolgere i
più umili lavori, costantemente giudicate per il loro status sociale.
“Occorreva andare oltre le apparenze, oltre i pregiudizi, anche se di solito risultava quasi impossibile”
È proprio la pressione che riceve dai media, che
vogliono assolutamente un colpevole, e dal proprio capo, che spinge Nagai al
tutto e per tutto.
Che cosa sarà costretto a fare per giungere alla
soluzione del caso?
Questo giallo, perché di un giallo si tratta, mi ha inizialmente
lasciata titubante; una prima parte più “lenta” e descrittiva ha lasciato poi
il posto ad un susseguirsi di eventi che hanno alzato il pathos della lettura
rendendola piuttosto coinvolgente.
Il personaggio dell’ispettore Nagai, dall’animo tormentato,
facile vittima dell’alcool, è cresciuto e maturato all’interno del romanzo; mi
è piaciuto molto per la sua forza d’animo e per il suo essere coraggioso, ma
soprattutto per la sua tenacia di fronte all’ingiustizia.
I miei complimenti a Nick, con la speranza di leggere
presto un’altra avventura.
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