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RECENSIONE "IO RESTO" DI VALENTINA MACCHIARULO

mercoledì 10 marzo 2021

 

Lei.

 

“Che fosse una donna passionale ne sono sempre stato consapevole, ma oggi ha davvero qualcosa di diverso dal solito: una parte del suo essere, rimasta nel buio per troppo tempo, è riuscita finalmente a evadere, a trovare spazio tra la folla delle sue personalità e a mostrarsi con determinazione, come mai aveva fatto prima.”

 

Una “Lei” nel quale possiamo trovare un pezzo di noi, nella quale possiamo totalmente immedesimarci oppure trovare totalmente estranea.

Una “Lei” raccontata dai sentimenti e dai ricordi provati dai quattro protagonisti di questa storia, nella spasmodica attesa del suo arrivo, riuniti in un salone.

Perché Lei non è ancora arrivata; è in libreria, per la presentazione del suo primo romanzo, scritto, soprattutto, grazie al prezioso aiuto dei quattro.

 

Emil, la sua guida, colui che è riuscito a portarla sempre sulla via più equilibrata, quella che sarebbe stata in grado di farla sentire pienamente sé stessa; il signor Tim, la spalla sulla quale sono state riversate preoccupazioni e paure; Tati, l’amica inseparabile, la sua coscienza, colei che le ha costantemente ricordato di essere una DONNA e non solo una moglie e una mamma; Donna Melina, la sua confidente, il cassetto nel quale custodire la propria vita; Nanè, la piccola bambina che con la sua ingenuità e curiosità l’ha aiutata a gioire delle piccole cose, proprio come sanno fare i bambini.

 

È grazie ad ognuno di loro se Lei è riuscita a crescere ed a trovare un equilibrio nonostante le molteplici rinunce che ha dovuto fare,

 

“Bisognerebbe imparare presto a capire che a definire una strada difficile o faticosa da percorrere non è la distanza dalla sua meta, né le sue salite o i passaggi più ripidi e irti. Il suo grado di difficoltà è dato dallo stato d’animo con cui la affrontiamo.”

 

se è riuscita a sentirsi di nuovo femmina, valorizzando il proprio corpo e la propria anima

 

“Era così concentrata a cercare amore dagli altri da essersi dimenticata che lei stessa è amore, così pura e bella, senza costruzioni alcune e senza artefici di bellezza, essendo semplicemente lei.”

 

e anche se ha smesso di avere paura del trascorrere inesorabile del tempo, e quello, beh, fa paura un po' a tutti.

 

“Ho lavorato per tutta la vita così tanto su me stessa che ho perso di vista il tempo. Sempre alla ricerca di un modo particolare di essere, di una femminilità che rubasse verità agli anni, di una superficialità che mi rendesse più semplice le varie conquiste.”

 

Ed è grazie a loro se sceglie di restare.

 

“Resto, perché io non so andare via senza far rumore, senza causare un brivido”

 

In questo libro c’è un concentrato di vita così potente da togliere il fiato. Le parole scivolano via veloci, non per essere inghiottite ma per attaccarsi al cuore.

Valentina ha una mano magica, ciò che prende forma dai suoi pensieri è un regalo, un regalo che non si può non comprendere e non apprezzare.

 

Alla fine di questa lettura mi sono sentita totalmente piena di vita, arricchita sotto tutti i punti di vista.

Ho percepito un forte desiderio di Valentina di raccontarsi, attraverso queste pagine, e sono state molte le volte in cui mi sono sentita anche io Lei.

 

Io resto.

 

La frase più bella che ci si possa sentir dire.

Perché suona come una certezza: nel corso della vita ho attraversato tempeste, visto arcobaleni, riso, pianto, urlato e baciato, ma, guardandomi indietro capisco che, restare e guardare avanti, è l’unica cosa da fare.


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