“Quella sera,
quando arrivò la telefonata di Mrs. Chamberlain, Emira Tucker riuscì a sentire
solo le parole <… portare Briar da qualche parte…> e <… ti pagherò il
doppio>.
Si trovava in
un appartamento affollato insieme alle amiche Zara, Josefa e Shaunie,
esattamente davanti a una ragazza che stava urlando: <Questa è la mia
canzone!>. Era un sabato sera di settembre e mancava poco più di un’ora al
ventiseiesimo compleanno di Shaunie. Emira alzò il volume del cellulare e pregò
Mrs Chamberlain di ripeterle quello che aveva appena detto.
Il 25 febbraio
è uscito per Garzanti “L’inganno delle buone azioni”, esordio dell’americana
Kiley Reid, fortemente acclamato dai maggiori quotidiani americani e candidato
al Booker Prize 2020.
Un romanzo che
parla di razzismo, dalla copertina semplice ma profondamente evocativa. Ma non
solo, perché si parla anche di relazioni, di affetti, dell’essere genitori e di
quanta differenza ci sia fra l’essere privilegiati e non esserlo.
E di questo ne
è profondamente conscia Alix Chamberlain, moglie di Peter, noto conduttore
televisivo e donna di successo, che nel suo blog insegna alle persone a fidarsi
di sé stesse ed a rincorrere la felicità, soprattutto non dimenticandosi mai di
aiutare chi è meno fortunato di loro.
Proprio per
questo Alix sceglie Emira Tucker, giovane ragazza di colore, come babysitter
della primogenita Briar. E lo fa per dimostrare che nonostante la sua posizione
di privilegiata, non nutre nessun
tipo di pregiudizio nei confronti di chi non è come lei.
Una sera, dopo
uno spiacevole episodio avvenuto a casa dei Chamberlain, Emira viene chiamata
per potersi occupare di Briar. Lei si precipita, ligia al dovere, a casa dei
Chamberlain. Ma lo fa vestita da sera, minigonna e tacchi, come si confà ad una
ragazza che ha appena lasciato le amiche a divertirsi ad una festa di compleanno.
Un abbigliamento che non è sicuramente consono ad una babysitter, questo è
quello che pensano i clienti del supermercato nel quale Emira porta Briar in
attesa di poter ritornare a casa.
Se poi aggiungiamo
il fatto che il colore della sua pelle non è lo stesso di quello della piccola
Briar, il gioco è fatto.
Emira viene
accusata di aver rapito la bambina, e solo l’intervento di Mr. Chamberlain
riuscirà a calmare le acque. Tutto l’episodio viene ripreso da Kelley, un
ragazzo bianco che incontreremo più volte nel corso del romanzo, cliente del
supermercato, che suggerisce ad Emira di sporgere denuncia per l’abuso che è
stata costretta a subire.
Emira però si
rifiuta perché sa che il colore della sua pelle sarà sempre fonte di
complicazioni ed ingiustizie.
Sarebbe successa
la stessa cosa se la babysitter fosse stata bianca?
Alix è profondamente
scossa dall’accaduto e cerca di risanare quella frattura, quel dolore ingiustamente
inflitto ad Emira, con l’elargizione di compensi più alti ed un’attenzione mai
avuta nei suoi confronti, se vogliamo persino esagerata.
“Alix cercava
di non dare troppo peso a momenti del genere, eppure le rimanevano chissà come
incastrati fra il cuore e le orecchie”
Da questo momento
in poi scopriremo una Alix diversa, piena di buone intenzioni ma anche di tanti
segreti.
Segreti che in
un modo o nell’altro troveranno il modo di venire alla luce.
Una lettura intensa,
forte e dalla tematica attuale come quella del razzismo, che in America, ma
oserei dire un po' in tutto il mondo, è molto sentito. L’autrice è riuscita a
costruire una trama che al suo interno mescola verità ed intrighi, e,
attraverso una scrittura semplice e diretta, trasporta il lettore sino alla
fine, lasciandolo a bocca aperta.
Un libro che consiglio
a chi crede nelle buone azioni, quelle vere, che si fanno con il cuore.
Ottima recensione, fatta super bene! Mi hai davvero incuriosito🔥
RispondiEliminaGrazie cara per questa recensione. Sai che apprezzo questo genere di narrativa e sicuramente lo terrò d'occhio 👍
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