I TRE PICCOLI GUFI
Martin Waddel
30 pagine
Mondadori
Data uscita: 29
ottobre 2013
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TRAMA
Tutti i gufi
pensano molto, e anche i piccoli gufi come Sara, Bruno e Tobia. Specialmente di
notte, nel bosco, mentre aspettano che la loro mamma torni a casa dopo la
caccia. Amato da oltre due milioni di lettori nel mondo, la lettura a voce alta
de "I tre piccoli gufi" permette di rivivere ed esprimere emozioni
profonde come la paura e il timore di abbandono, ma anche la solidarietà tra
fratelli o coetanei e i piccoli atti di coraggio che permettono di crescere.
IL
PENSIERO DI FRANCI
Un vecchio proverbio
recita “Di mamma ce n’è una sola”. L’unica che è in grado di amare senza chiedere
nulla in cambio e di sacrificarsi per i propri figli. Una grande verità.
Con la proposta
di oggi parliamo proprio della figura della mamma e di temi importanti quali la
solidarietà fra fratelli e l’abbandono.
Il libro che mi
aiuterà in questo è “I tre piccoli gufi” di Martin Waddel, illustrato da
Patrick Benson, edito Mondadori, albo considerato, ad oggi, un classico della
letteratura per l’infanzia.
Sara, Bruno e
Tobia sono tre fratelli gufi che una notte, svegliandosi, si accorgono di
essere soli. La mamma non c’è più, è andata via! I due più grandi, Sara e Bruno,
cercano di dare motivazioni più logiche che giustifichino questa assenza, si sarà
allontanata per cercare del cibo, mentre il piccolo Tobia riesce solo a ripetere
che a lui manca la mamma…
Con il passare
del tempo cresce anche la paura che possa essere successo qualcosa di grave
alla mamma. Che sia stata assalita da una volpe? Paura che viene vissuta
diversamente dai tre fratelli, complici le differenti età.
Ma ecco tornare
la mamma, pronta ad abbracciare i suoi piccoli.
Quando mai una
mamma abbandona i propri piccoli?
Un albo tenero
e delicato che affronta temi quali l’abbandono e il legame famigliare,
sottolineando l’importanza di non dubitare mai delle parole dei genitori ma di
avere sempre massima fiducia in loro.
Bellissima la
scelta di rappresentare il profondo legame che hanno questi tre fratelli, i più
grandi pronti ad accudire e difendere il più piccolino, cercando di allontanare
da lui qualsiasi paura.
Una storia che,
in pochissimo tempo, è diventata la preferita della mia piccola Camilla, alla
quale spiego che
non la lascerei
mai, per qualsiasi ragione al mondo. Certo, a volte posso non esserci alla sera
perché vado a mangiare sushi con le amiche o magari il papà non c’è perché va
ad allenamento, ma entrambi siamo sempre pronti a tornare a casa per stringerla
nell’abbraccio più forte e caloroso che esista.
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