“È per
questo che a Gioia piacciono tanto le parole intraducibili, quelle che si
appunta sul taccuino ogni volta che le capita la fortuna di trovarne. Sapere
che ci sono parole che in altre lingue non esistono l’ha sempre trovata una
cosa affascinante, quasi magica.”
“… sono
intraducibili non nel senso che sia impossibile tradurle bensì nel senso che
non lo si deve fare, perché sono bellissime così come sono, intraducibili e
misteriose, col loro suono tutto strano eppure musicale, sbilenco e perfetto in
una volta.”
Gioia
“Maiunagioia” Spada, 17 anni, solitaria, “strana”, non è la classica
adolescente che tiene alla cura del suo aspetto, Gioia è una ragazza dalla
quale tutti stanno lontano perché l’apparenza li spinge a rifiutarla, l’unico
che sembra accorgersi di lei e l’unico con il quale ha voglia di parlare è il Professor
Bove, docente di filosofia. Tonia è la sua migliore amica. Ma non esiste. È solo
una sua fantasia.
La sua casa non
è il luogo più sicuro e felice dove stare, lei preferisce starne fuori,
divertendosi anche a stilare una lista di tutto ciò che vorrebbe fare pur di
non far ritorno a casa dove sa che troverà la mamma ubriaca in compagnia di
qualche “amichetto” e la nonna costretta a letto.
“Lei non
odia la gente, odia solo le bugie: e il casino è che quasi sempre le due cose
corrispondono.”
Ed è proprio
una sera che Gioia, dopo essere scappata di casa durante un litigio dei genitori,
incontra Lo, fuori da un bar chiuso, in un posto a lei sconosciuto, intento a giocare
a freccette. Un incontro nel quale lei sente che c’è qualcosa di strano, dove prova
qualcosa al quale non riesce ad associare nessuna parola.
“Il fatto è
che certe cose le puoi dire solo a chi sai che le può capire. Che è anche il
motivo per cui parliamo così poco, di quello che ci importa davvero.”
Un incontro che
sarà il primo di una serie dove Gioia e Lo si scoprono, si respirano.
Ma un segreto
incombe nel passato di Lo, un segreto che Gioia è costretta a scoprire, un
segreto che le costerà tantissimo.
“Il punto
sta sempre alla fine e non cambia poi tanto: ma le virgole stanno dentro, e
cambiano tutto.”
Questo è un
romanzo che ho amato, profondamente, con tutta me stessa.
Non è facile
raccontare le sensazioni di un adolescente in perenne contrasto con i genitori,
parlare di quell’amore che fa staccare i piedi da terra e volare. Galiano però
ce la fa, con estrema semplicità, disegnando un personaggio puro, vero, come
quello di Gioia. Un personaggio nel quale ognuno di noi può specchiarsi e riconoscersi.
“Per Gioia
la maggior parte della bellezza del mondo se ne sta lì, nascosta lì, nelle cose
inutili: nelle cose che cadono, nelle cose che tutti buttano via.”
Un'età non sempre facile da narrare anche perché spesso lo si fa con gli occhi degli adulti e quasi non ci si ricorda più di quando gli adolescenti eravamo noi
RispondiElimina