“Olimpia d’Arsa
era il nome del posto in cui era nata e morta. Una villa pretenziosa, con
tocchi liberty, che suo nonno, Guglielmo Grisenti, aveva voluto far costruire
proprio lì, sul terreno di famiglia, al posto di quelle quattro pietre che
avevano ospitato tutte le precedenti generazioni. L’aveva chiamata “Olimpia” perché
da giovanotto, prima di fare i soldi, aveva suonato la tromba all’Olympia di
Parigi. E “d’Arsa” perché sorgeva nella frazione minuscola del paese di
Pontevero, che prendeva il nome da un incendio di fine ‘700.”
Flavio Aragona,
di professione notaio, un uomo onesto ed intelligente, amato da tutti
nonostante la sua bizzarria, non sa bene cosa lo aspetta quando arriva davanti
ad Olimpia d’Arsa insieme alla sua assistente, Letizia Migliavacca, una donna
capace ma molto fragile, ed alla sua cagnolona Zora. Di sicuro sa che dovrà
restare rinchiuso al suo interno fino al termine dell’inventario richiesto dagli
eredi della scomparsa Adalgisa Grisenti. La morte dell’anziana ha contribuito a
rendere ancora più profonda la spaccatura fra i parenti rimasti che decidono di
volersi affidare ad un esterno per censire tutti i beni della defunta e
spartire poi, equamente, le somme.
Flavio e Letizia,
una volta varcato il cancello, incontreranno Paloma Ferri, la domestica di
famiglia, una donna piuttosto diffidente e criptica, e cominceranno a prendere confidenza
con la casa. Una casa così grande, così piena di scricchiolii sinistri e luci
azzurre che compaiono e altrettanto velocemente scompaiono e che nasconde, nei
posti più impensabili, diversi oggetti che cattureranno soprattutto l’attenzione
di Letizia, convinta che siano ricollegabili ad episodi di violenza.
Un thriller di
tutto rispetto, una trama fatta di dettagli che ti spingono a girare le pagine
ad un ritmo quasi frenetico. Ho conosciuto una Paola Barbato diversa rispetto a
quella trovata in “Zoo”, unico libro al momento che ho letto di suo; questo
romanzo è meno “truce” ma molto, molto più psicologico.
Se questo è il
vostro genere del cuore non potete farvelo scappare. Se non lo è, è un ottimo
modo per cominciare.
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