“Nessuno può
restare incolume sotto gli attacchi implacabili della realtà. Ci pieghiamo,
controvento, e continuiamo a camminare. Alcuni di noi non ce la fanno più. A un
certo punto, come colti di sorpresa, cadono. Altri continuano, la testa bassa
nella tempesta, intirizziti si stringono nei cappotti e non si fermano. Altri ancora
imparano. A vedere il sole anche quando non c’è, o a spiare le nuvole per
spostarsi al momento giusto, pronti a cogliere il primo raggio di luce. A riscaldarsi.”
Francesca e
Massimo, il passato lasciato alle spalle, un capitolo chiuso quello della loro
vita a Milano, ed una nuova vita da costruire, a Giardini di Roma, insieme alle
loro due figlie, dietro a quel cancello rosso dove sorge la loro nuova casa.
Una casa tanto
desiderata, una promozione come docente per Massimo, un’occasione per Francesca
di dedicarsi al suo libro. Ma non è tutto oro ciò che luccica.
In quel
condominio, simbolo di rinascita per Francesca, ci sono dei vicini troppo
presenti, invadenti, fastidiosi, pronti ad escludere chi non si fa plasmare
dalle loro idee e chi non rispetta le loro regole.
Ed ecco che
quella casa si trasforma in una prigione, un luogo che incatena, che parla, che
consiglia, che giudica.
Non poteva essere stata la casa
a parlarle. Ma la casa era come una madre: i suoi insegnamenti ti rendevano una
persona migliore. Ti mettevano sulla strada giusta per affrontare il mondo da
te.
Francesca ha
troppo tempo per pensare, sono troppi i momenti che vorrebbe riempire, le
bambine assorbono tutte le sue energie, il sonno non arriva mai ed il rapporto con
Massimo si sfibra giorno dopo giorno.
E così c’erano un marito e una
moglie in un letto, in una notte come un’altra. E nessuno dei due aveva la più
pallida idea di cosa stesse pensando l’altro. È strano essere così vicini, coi
corpi caldi sotto le lenzuola che si toccano, e poter fare pensieri così
tremendi senza che gridino fuori dalla testa.
I pensieri di Francesca urlano fra
le pagine di questo libro; sono disturbanti, negativi, mettono in luce il lato
oscuro dell’essere madre, sempre che ne esista davvero uno. Essere madre è un
compito gravoso per lei, che spesso si sente cattiva, malvagia.
È stata una lettura inizialmente
dura per via delle forti tematiche trattate: la maternità, in primis, con tutto
ciò che comporta essere madre, ma proseguendo la lettura sono riuscita ad apprezzare
la storia e l’intento dell’autrice.
Vi consiglio la lettura se non vi
spaventa, ma al contrario vi intriga, la sensazione di inquietudine. Questo libro,
allora, sarà davvero un ottimo compagno.
Una scomparsa è peggio di una
morte. Quando muori non ci sei più, quando scompari dove sei?
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