“I delitti di
Alice” di Guillermo Martinez, edito Marsilio, è il seguito (anche se sarebbe
meglio definirlo un “secondo episodio”) del libro “La serie di Oxford”.
Si tratta di
due libri che hanno in comune i protagonisti e che possono essere pertanto
letti senza seguire l’ordine di pubblicazione.
Non appena mi è
stata proposta questa collaborazione non ho esitato; la trama mi aveva
totalmente coinvolta ed ero molto curiosa di avventurarmi alla scoperta del
personaggio di Lewis Carroll. Devo ammettere che al termina della lettura mi
sono sentita totalmente sorpresa.
Il protagonista
del romanzo, che rimarrà senza nome fino alla fine, è un matematico che sta
studiando ad Oxford per il suo dottorato.
Qualcosa però,
nel bel mezzo di una calda estate inglese, turba la cittadina e più nello
specifico la confraternita Lewis Carroll: una serie di delitti, alquanto
inspiegabili, tutti riconducibili al romanzo più famoso dello scrittore “Alice
nel Paese delle Meraviglie”. Prima Kristen, la ricercatrice investita da
un’auto impazzita poi un membro della confraternita ucciso da un cioccolatino.
«Se non
è riuscito a passare da “dead” a “live” provi a invertire le parole e a passare
da “live” a “dead”. È molto difficile trasformare i morti in vivi. Ma non è
altrettanto difficile trasformare i vivi in morti, si chiama omicidio.»
È proprio qui
che il nostro protagonista, affiancato dal Professor Seldom, cercherà di
arrivare al bandolo della matassa, avendo a disposizione proprio il diario
personale di Carroll al quale, però, manca una pagina. E non una pagina
qualsiasi, bensì la pagina che contiene una frase, una frase che potrebbe
rivelarsi fondamentale per l’esito dell’indagine.
"È
proprio vero: per chi non sa dove sta andando nessun vento è favorevole. Ma
purtroppo è vero anche il contrario: per chi non sa dove sta andando ogni minima
brezza sembra indicare una rotta."
Non è stata una
lettura semplice, anzi, non lo è stata affatto. Lo stile dell’autore,
arricchito da tanti dettagli, frutto della professione del protagonista (e
anche dello scrittore), a tratti è stato un po' pesante da seguire, complici
anche i dialoghi molto lunghi ed a tratti complessi.
Verso il finale però mi sono sentita molto più coinvolta e trasportata verso la soluzione dell’enigma.
Mi sento
comunque di consigliarne la lettura, che però merita molta attenzione e
partecipazione.
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